Rimandato. A Rotterdam, Jannik Sinner ha affrontato la sua nona finale nel circuito ATP di tennis. Dopo aver conquistato il titolo, settimo della carriera, a Montpellier (Francia) nella settimana a precedere il torneo olandese, l'altoatesino andava a caccia di risposte perché c'era da affrontare una delle sue "bestie nere", il russo Daniil Medvedev.
Un percorso di grande valore quello di Jannik in Olanda, che gli ha consentito di prendersi la grande soddisfazione di battere il numero 3 del mondo Stefanos Tsitsipas negli ottavi di finale, mettendo in mostra un ottimo tennis. Ci si chiedeva alla vigilia di questo evento quanto peso potessero avere i numeri del classe 2001 del Bel Paese: da un lato la constatazione di un Sinner terzo nella graduatoria all time dei tennisti italiani plurivicintori a livello ATP (7 centri); dall'altro una certa debolezza mostrata quando si trovava ad affrontare i tennisti higher-ranked, ovvero i giocatori più avanti di lui in classifica. Ebbene, il campo olandese ha dato un responso chiaro: Sinner ha compiuto dei miglioramenti sul piano del gioco, senza i quali non avrebbe potuto permettersi una serie di otto match vinti prima di questo atto conclusivo.
L'altoatesino conferma però di essere troppo debole al cospetto di un sempre insidioso Medvedev che, con il successo di ieri, ha portato sul 5-0 in proprio favore il computo degli scontri diretti col nostro. Alla fine della fiera, il tennista italiano ha raccolto 27 successi in 64 incontri (42.2%) nel percorso agonistico contro i tennisti che lo precedono nel ranking. Un dato che si fa ancora più pesante se si considerano le vittorie contro giocatori nella top-5: 2 successi in 18 match, anche se nel caso del russo dovremmo parlare di top-10 e qui anche il riscontro è negativo: 10 successi in 32 partite affrontate.
Numeri che non mentono su quello che è il punto debole del nostro portacolori, allo stato attuale delle cose, che non gli ha consentito di prevalere ieri e di continuare il proprio percorso negli Slam. Sinner, nel corso della cerimonia di premiazione, l'ha presa con filosofia: «Sono state due settimane positive, sono orgoglioso di come ho giocato. Ho provato a fare del mio meglio, ci riproverò il prossimo anno».
Da capire cosa si porterà nella prosecuzione del proprio percorso, visto che i Masters1000 di Indian Wells e di Miami saranno un altro banco di prova importante e sulla base di quanto visto finora l'azzurro ha palesato degli evidenti limiti al cospetto dell'élite.
Saprà invertire il trend negli Stati Uniti o forse dovremmo cominciare a pensare che ci si aspetti troppo da lui, sopravvalutando le sue capacità? Le prove sul campo, per ora, ci lasciano nel dubbio. L'età no. A 21 anni il margine di crescita resta enorme.
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