«A Berlusconi non potevo dire di no. Quando mi ha chiamato ieri non ho potuto rifiutare». Clarence Seedorf parla dalla sede del Botafogo a Rio de Janeiro, ma è l'ultima apparizione in bianconero. Niente visite mediche ieri per l'olandese originario del Suriname quando la squadra carioca si è radunata per l'avvio della stagione. Invece l'addio in grande stile e un aereo per Milano, per il ritorno alla casa rossonera, da allenatore. Già domani sera Seedorf sarà a San Siro per l'ottavo di finale di Coppa Italia contro lo Spezia. In panchina andrà Mauro Tassotti (vice di Allegri, che fino a giugno resterà nello staff tecnico milanista), ma già da domenica per la prima di ritorno di serie A contro il Verona il timone passerà nelle mani del Panterone.
Il centrocampista dice addio al calcio giocato. Definitivamente. Per passare immediatamente in panchina. «Sono qui per annunciarvi che dopo 22 anni smetterò di giocare - dice davanti a taccuini, microfoni e telecamere a Rio de Janeiro -. È stata una notte difficile, ma sono molto soddisfatto di quello che ho ottenuto nella mia carriera. Adesso l'obiettivo è tornare a sognare». E a far sognare i tifosi del Milan, amareggiatissimi da una stagione con troppi bassi e pochissimi alti. «Questa esperienza (l'anno e mezzo al Botafogo chiusa con 81 presenze e 21 gol) mi ha fatto crescere molto e mi aiuterà nel prossimo passo, che sarà come allenatore del Milan». Prima un pensiero agli ex compagni: «Sono felice di lasciare dopo aver raggiunto in campo risultati importanti e meritati». Quindi al prossimo impegno: «Come giocherà il Milan? Non posso dirlo adesso. Fra pochi giorni risponderò anche a questa domanda.
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