Settebello, un argento che ha il colore dell'oro

L'Italia di Campagna si arrende solo ai rigori dopo una fantastica gara sempre in rimonta

Settebello, un argento che ha il colore dell'oro

Triunfo España. Si è fermato sul più bello il cammino iridato per i Campagna boys. Nella piscina dell'Alfred Hajos di Budapest, infatti, le Furie Rosse sono riuscite a sfatare la maledizione Settebello e hanno sconfitto ai rigori la Nazionale azzurra: sono loro i nuovi campioni del mondo nella pallanuoto. Sfuma perciò il trionfo bis per la squadra di Sandro Campagna, che si era invece imposta tre anni fa a Gwangju proprio contro gli iberici. A un passo dal sogno, che peccato.

In una partita disputata trent'anni dopo la finale olimpica di Barcellona, vinta dal Settebello, è ancora pathos. Trent'anni fa si aspettarono sei supplementari, stavolta i tiri di rigore. Stavolta, a differenza di allora, ha avuto la meglio la Spagna, che non ha mai perso un incontro a questi Mondiali. Per questo, il gruppo azzurro non ha nulla da recriminare. Anzi, la squadra ha saputo risorgere dalle ceneri dopo un'Olimpiade conclusa malamente, con l'uscita mesta ai quarti di finale. Non va poi dimenticato quanto di buono fatto in questo percorso, come gli scalpi di Ungheria e Grecia, sconfitte al termine di due autentiche battaglie rispettivamente ai quarti e in semifinale. È un gruppo giovane che può anche aver cambiato alcuni interpreti, sette elementi su tredici rispetto a Gwangju, ma non la voglia di continuare a lottare e a sacrificarsi per il compagno. Come ha sintetizzato benissimo alla vigilia del match in un'intervista il 36enne Felipe Perrone, capitano della Nazionale spagnola: «La compagnia, nella pallanuoto, è un modo per sopravvivere. Nel calcio, i singoli possono risolvere da soli le partite, nel nostro sport no. Dipendi costantemente dal compagno vicino che ti passa la palla. E questo finisce per creare un legame di amicizia ancora più intenso con i tuoi compagni». Durante la pandemia, lo spagnolo Manuel Estiarte, un giocoliere della palombella e per questo considerato il Maradona della pallanuoto, poi assistente tecnico di Pep Guardiola al Manchester City, disse: «La pallanuoto non morirà mai perché è fatta di gente speciale, abbiamo orgoglio e senso di appartenenza, per questo nessuna crisi ci deve far paura. Non siamo quelli che nuotano sull'acqua, ma quelli che sanno camminare sull'acqua».

Adesso, dopo un secondo posto comunque strepitoso perché inaspettato, il timore è che molti torneranno a dimenticarsi di loro. Quelli che stanno sempre lontani dai riflettori. Eppure il Settebello rimane tuttora la squadra più titolata dello sport azzurro.

«Di un argento ci si dimentica dopo una settimana», aveva preconizzato Campagna. A un Settebello che chiude in lacrime resta comunque la soddisfazione di aver raggiunto la finale in due rassegne iridate consecutive, un fatto mai accaduto prima.

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