Signora al tappeto. Il cuore Toro sogna un altro ko

La Juve dopo lo choc Champions prova a ripartire dal derby. Allegri: "Bisogna incassare il colpo". Ventura: "Ribaltiamoli"

Signora al tappeto. Il cuore Toro sogna un altro ko

Paulo Sousa ha detto che con il Frosinone sarà una gara difficile, Montella che con il Chievo si gioca la partita dell'anno, Sarri ha replicato che con il Genoa prevede una partita complicata, Sinisa Mihajlovic si è spinto oltre chiedendosi se a questo Milan contro la Lazio serva un motivatore, uno psicologo, uno psichiatra o addirittura un esorcista. Non ce n'è una facile, figurarsi un derby, anche quello più sbilanciato, e Toro-Juve lo è.

Un incendio doloso è stato appiccato intorno alle 4 di ieri notte al Bar Sweet di via Filadelfia, ritrovo storico torinista. Difficile individuare la matrice, faide interne granata o ultras bianconeri. Comunque non un bel segnale. Giampiero Ventura oltre ad annunciare le sue nozze e scrivere lettere ai tifosi, l'ha preparato sulla passione, un classico Toro, cuore contro potere, quasi sempre una legnata ma quelle volte che è riuscito il colpo ecco tre punti che valgono una stagione. Sta cercando di uscire da una buca Ventura, dopo la vittoria di Palermo la squadra si è nuovamente fermata, dai sogni forzati di scudetto, alla 4ª era a due punti dall'Inter, a una modesta zona ai confini delle paludi. Era partito talmente bene che all'andata, allo Stadium, c'era arrivato con tre punti di vantaggio sui campioni, poi Cuadrado al 3' di recupero ha rovinato tutto.

Un gol che ha cambiato la stagione del Toro, che probabilmente è questa che sa facendo, ma poteva prendere pieghe impensabili. Gli chiedevano se avrebbe preferito allenare il Chelsea, il Bayern o la Nazionale, a un certo punto invece al Torino si parlava di Gasperini: «Ma questo è un derby - ha detto - e conta solo vincere. Cosa significa? Significa che la prestazione viene in secondo piano. L'abbiamo preparata bene, la cosa più bella di un derby è ribaltarne il pronostico». Poi ha aggiunto che non sa come e con chi giocherà la Juventus, sa solo che la troverà molto arrabbiata perché dopo un'ottima prestazione a Monaco ha già chiuso la sua avventura in Europa, e non sembrava una presa in giro.Dall'altra parte c'è Allegri a 24 punti. La beffa dell'Allianz lo ha reso più spavaldo, ma già dopo il 2-2 dell'andata aveva iniziato a parlare di scudetto con maggior frequenza, subito realista sulla stagione della Signora in Europa: «Rimpianti non ce ne sono. Per diventare grandi bisogna passare da questi momenti, dovremo essere bravi a incassare il colpo, resistere e reagire».

Contro il Toro, in casa del Toro, ha detto che sarà una tappa fondamentale sulla strada del quinto scudetto consecutivo. Anche lui, ma và? Ne ha convocati 22, c'è Dybala, mancano Marchisio e Chiellini, problemi non ce ne sono, ha detto, tranne l'impegno ravvicinato e l'orario delle 15 con una temperatura prevista attorno ai 20 gradi dopo i tre di Monaco. E a un certo punto ha detto anche la verità: «Stiamo bene ma in questo momento non bisogna recuperare solo fisicamente ma soprattutto da un punto di vista mentale».É questo il grande quesito che la Juve oggi deve allontanare, il contraccolpo di un'uscita preventivata ma sempre dolorosissima, specie se nella stagione precedente sei andato a Berlino a sfidare in finale Messi. Poi c'è il futuro sempre più enigmatico di Pogba, una difesa sempre più matura che necessita di una nuova armatura, con il polpaccio di Chiellini che prima guariva in cinque giorni, adesso occorrono almeno tre settimane. È vero, Buffon se non prende gol nei primi quattro minuti del derby fa il record d'imbattibilità, ma intanto sempre il numero quattro indica quelli presi in 37 minuti dal Bayern di Pep Guardiola. Poi c'è il futuro di Max Allegri.

A giorni dovrebbe annunciare il rinnovo fino al 2018 con opzione per il 2019 con grande riconoscimento a livello economico e stipendio che sfiorerà i 5 milioni. Ma questo non significa che alla Juventus stiano per ribaltare un po' di cose. Anzi tante.

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