Sinner a Monte Carlo si perde nella pioggia e fa felice discolo Rune

Jannik partito benissimo dopo lo stop non trova più il filo: 1-6, 7-5, 7-5. Oggi finale tra il danese e Rublev

Sinner a Monte Carlo si perde nella pioggia e fa felice discolo Rune

Ce ne saranno ancora altre. Nel Masters1000 di Montecarlo non si è dovuto ricorrere alla DeLorean di Doc Emmett Brown e portarla a 88 miglia orarie. Il futuro è davanti ai nostri occhi e rappresentato da una semifinale tra due ragazzi nati negli anni 2000, con chiare credenziali per lasciare il segno. Ieri, sulla terra rossa del Principato due esponenti della nouvelle vague tennistica si sono affrontati: da un lato Jannik Sinner e dall'altro Holger Rune. Sinner era reduce dal netto successo contro l'altro ragazzo con prospettive ambiziose tra le fila del Bel Paese, Lorenzo Musetti. Un 6-2 6-2 in cui, come si suol dire in gergo, Jannik ha spaccato la pallina e non dato respiro a un Musetti non al meglio e scarico dopo l'impresa del giorno precedente contro Novak Djokovic. Dal canto suo, Rune si era tolto la soddisfazione di piegare chi quest'anno ha ottenuto più vittorie di tutti nel circuito, il russo Daniil Medvedev. Probabilmente il nativo di Mosca, un po' come detto del citato Lorenzo Musetti, era con le pile scariche dal momento che Sascha Zverev aveva costretto agli straordinari. L'andamento della sfida, tra l'altro ha alimentato chiacchiere anche nel post, considerati gli scambi dialettici tra il tedesco e il russo sul tema delle scorrettezze in campo. Tensione c'è stata anche tra l'altoatesino e il danese, in una giornata nella quale Giove Pluvio ha bussato alle porte del Monte Carlo Country Club, con annesso ritardo rispetto alla normale tabella di marcia.

Un meteo complicatissimo da interpretare, tra folate di vento e gocce che dal cielo cascavano. Non facile interpretare le traiettorie per chi ha come caratteristica principale quella del grande battitore da fondo. Jannik si è dovuto adattare e l'ha fatto alla grande nel primo set, non dando respiro da fondo al danese, in balia dei traccianti del giocatore italiano. Il 6-1 è stato la logica conseguenza di quanto visto. Nel secondo set è arrivata la reazione di Rune (3-0), ma anche l'interruzione perché il citato Giove Pluvio si è fatto sentire maggiormente. Le tenebre sono calate e il danese con grandissima determinazione si è imposto, in un'altalena di emozioni, sul 7-5. Un braccio di ferro infinito in cui Jannik è stato costretto a raschiare il barile al cospetto di un Rune ispirato ed esaltato anche dal clima un po' di Corrida che si è creato sul Campo Ranieri III.

L'altoatesino in difficoltà perenne nei turni al servizio, tra errori non forzati evitabili e grandi giocate per arginare la furia danese.

E come accaduto nel secondo parziale, il classe 2003 nordico è stato più lucido sullo score di 7-5, quando la palla scottava per conquistare la sua prima finale oggi (14.30) nel Principato contro il russo Andrey Rublev, vittorioso nella prima semifinale contro l'americano Taylor Fritz. Una sconfitta davvero amara per l'azzurro.

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