Sinner ok, Nole anche. Ma chi soffre è la... queue

Il giorno dopo la bufera Covid Wimbledon si prende un giorno di normalità, quasi volesse smorzare i toni

Sinner ok, Nole anche. Ma chi soffre è la... queue

Il giorno dopo la bufera Covid Wimbledon si prende un giorno di normalità, quasi volesse smorzare i toni. C'è il sole, il torneo va avanti tranquillo, sul Centrale Djokovic torna lui e si sbarazza in tre set di Kokkinakis. E perfino Sinner sembra più erbivoro che mai dopo aver vinto in 4 set con Ymer (6-4, 6-3, 5-7, 6-2 ). Insomma tutto bene, se non fosse che facendo i conti dei primi due giorni son spariti circa seimila spettatori. Li ha contati il Telegraph, lanciando l'allarme che - tornati dal buco della pandemia - i Championship comincino a soffrire le tradizioni. Per esempio quella della Queue, la coda per accaparrarsi la quota di biglietti quotidiani rimasti fuori dall'annuale sorteggio che sta appunto creando il vuoto al botteghino, visibile ad occhio sulle tribune dei campi Vip. L'altra sera durante il dramma sportivo della quasi quarantunenne Serena Williams (battuta al tie break del terzo dalla francese Tan), ad assistere al match c'erano molte sedie vuote. Colpa del carovita, dicono quelli dell'All England, ed in effetti biglietti fino a 270 sterline per i primi giorni non si erano mai visti. Così come il Pimm's che quasi tocca quota 10 (da 8.50). Ma la coda è come la religione: se si tocca quella viene giù tutto.

«Non ha più senso venir qui, dormire in tenda e poi farsi ore in piedi per comprare il biglietto» dice una signora. Per fortuna però restano le fragole, a 2 sterline e mezzo il vasetto dal 2010. Con la panna, s'intende, che tanto è un po' misera da sempre.

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