Dopo tante parole, tante ipotesi e troppe polemiche il tempo è scaduto e la squadra è fatta. Saranno diciannove gli sciatori italiani che a Sochi proveranno a migliorare il magrissimo bilancio dello sci alpino ai giochi di Vancouver, che fino all'ultimo giorno e all'oro di Giuliano Razzoli in slalom aveva fatto il paio con le zero medaglie di Torino 2006.
Dei diciannove atleti selezionati, undici uomini e otto donne (la lista verrà ufficializzata oggi dal Coni), dodici si sono conquistati il posto rientrando nei criteri decisi dalla federazione e quindi piazzandosi almeno una volta fra i primi sei in coppa del mondo, gli altri sette sono stati scelti a tavolino suscitando - e come poteva essere altrimenti?- non pochi malumori.
Fra i grandi esclusi spiccano i nomi di Max Blardone, Matteo Marsaglia e Manuela Moelgg, incapaci in questa stagione di mostrare segnali di competitività ad altissimo livello, vuoi per problemi fisici (Marsaglia e Moelgg), vuoi per la difficoltà di adattamento al nuovo gigante con gli sci meno sciancrati (Blardone).
Da parte loro nessuna polemica ma solo dispiacere, mentre sono già molti - poco addetti ai lavori e amanti della polemica a tutti i costi con assurde dietrologie fantapolitiche - a contestare la convocazione di Razzoli, mai nei primi dieci nei sei slalom disputati in stagione. Personalmente difendo Giuliano e chi ha scelto di portarlo a Sochi, non solo basandomi sul fatto che quattro anni fa salvò l'Italia, ma considerando che uno come lui, se e quando arriva, può realmente puntare al podio, soprattutto in una specialità come lo slalom dove gli errori sono in agguato ad ogni centimetro di pista. Vero che il primo a sbagliare solitamente è lui (fuori quattro volte su sei finora), vero anche, però, che quando è in giornata in pochi sanno essere veloci come lui, soprattutto sul tipo di neve che presumibilmente si troverà in Russia.
Altri campioni che hanno avuto la fiducia dei direttori agonistici Ravetto e Plancker (e del presidente Flavio Roda), pur senza aver fatto i risultati richiesti, sono la leader storica del gigante femminile Denise Karbon, la nostra migliore slalomista Chiara Costazza, Daniela Merighetti, che se indovina la discesa può battere chiunque, lo slalomista un po' pasticcione Stefano Gross e il veterano del gigante Davide Simoncelli, alla quarta esperienza olimpica. Sochi sarà la prima olimpiade invece per Francesca Marsaglia, che volerà in Russia grazie agli ottimi piazzamenti in gigante ma sarà impegnata in più discipline. Come lei anche Nadia Fanchini e Fede Brignone correranno in più gare pur senza aver conquistato la qualifica, per riempire i posti a disposizione nel quartetto che ogni nazione può iscrivere ad ogni evento.
Sulla carta, ognuno dei diciannove azzurri ha la possibilità di vincere una medaglia. Solo De Aliprandini, Nani, la Marsaglia e Verena Stuffer (che ieri però è stata quarta a Cortina, nel superG vinto da Lara Gut) non sono mai finiti fra i primi tre in coppa del mondo.
Coppa del mondo che ha vissuto un'altra
giornata intensa a Kitzbuehel, con extra lavoro per tutti: i migliori sono stati Defago, Miller e la coppia Svindal-Franz nel superG; Pinturault, Ligety e Hirscher nella supercombinata che Peter Fill ha chiuso al sesto posto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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