Spalletti non regala a Totti l'ultima passerella europea

Francesco va in panchina anche nella «sua» Madrid Il tecnico punta su Dzeko: «Col Real voglio l'impossibile»

Spalletti non regala a Totti l'ultima passerella europea

Luciano Spalletti - ieri 57 anni - lo ha ripetuto anche nell'ultima intervista, andata in onda sul canale tematico romanista: «Francesco Totti è la storia della Roma, il calciatore più forte del nostro dopoguerra». Ma stasera negherà al capitano quella che potrebbe essere - salvo un miracolo sportivo dei giallorossi, occorre segnare almeno tre gol - la sua ultima passerella europea in carriera: la sfida del Bernabeu che per Totti è sinonimo di due «graffi» storici agli albori degli anni Duemila.

«Se avessi ceduto alle lusinghe dei Blancos, avrei vinto tre Champions League, due Palloni d'Oro e molte altre cose...», disse il numero 10 giallorosso tre anni fa in un'intervista a France Football. Frasi dette senza rimpianti di essere rimasto a Roma, ma con rispetto per un club che ha sempre ammirato.All'andata sarebbe voluto essere titolare e quei quattro minuti regalatigli da Spalletti a giochi fatti furono per lui dolorosi. Da lì lo sfogo alla Rai, l'esclusione clamorosa da parte del tecnico nella partita successiva fino alla calma ritrovata e all'accettazione del ruolo di riserva. Tanto che ora lo stesso capitano della Roma sta mettendo in discussione l'ipotesi - più volte esternata - di continuare per un altro anno.

«Totti ha fatto per il calcio tutto ciò che sappiamo, ora vive un momento difficile ma sa ciò che può dare alla squadra, vederlo giocare è una gioia e da amanti del calcio dobbiamo approfittare di questi suoi ultimi momenti sul campo», così l'allenatore del Real Zidane.Che non si fida della Roma («guai a dire che abbiamo già vinto», ammonisce l'ex asso della Juve). Anche se la storia ultrasessantenne dei Blancos in Europa parla di appena sei sconfitte con due gol di scarto su oltre 230 partite casalinghe. E solo lo Spartak Mosca nel 1990-91 (3-1) e il Bayern Monaco nel 1999-2000 (4-2) hanno ottenuto al Bernabeu dei risultati che stasera garantirebbero la qualificazione ai giallorossi. Senza il capitano in campo e con un vero nove, Dzeko, a guidare l'attacco.

«Il Real giocherà in maniera chiusa e credo che Edin possa eserci d'aiuto con le sue caratteristiche», così Spalletti.La Roma è salita sul volo per Madrid con le idee chiare: partire forte, provare a riaprire il discorso e vedere che succede. «Io ci credo», lo slogan di Pallotta che seguirà la squadra in Spagna prima di tornare negli States. «All'andata stavamo controllando il match, poi Ronaldo ha spezzato la gara con una grande giocata, mi ha dato fastidio subire il 2-0, senza quel gol il ritorno sarebbe stato diverso», così la rivelazione Perotti, il «falso nueve» di Spalletti che stasera arretrerà di qualche metro in campo.Appena varcata la porta degli spogliatoi del Bernabeu, il tecnico avrà ripensato all'impresa da lui ottenuta nel 2008, sempre alla guida della Roma.

«Un piacevole ricordo che fa bei messaggi alla mente, la situazione ora è diversa. L'andata ci penalizza troppo, siamo stati sfortunati negli episodi, ma non dobbiamo pensare a quello. Alla squadra chiedo più dell'impossibile: passare il turno sarebbe un'impresa storica. Dobbiamo fare subito un gol, poi vedremo cosa succede, potrebbero cambiare gli equilibri anche mentali.

Non possiamo pensare che si gioca per perdere, chi la pensa così con me non si allena. Finora abbiamo sempre migliorato, questo gruppo ha interessanti potenzialità di crescita, nel gioco c'è stato un cambiamento radicale, poi vincere a Madrid è difficile. Bisogna avere coraggio».

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