Staffetta americana alla guida della Roma Inizia l'era Friedkin

Pallotta vende al connazionale per 750 milioni e se ne va dopo otto anni senza titoli vinti

Staffetta americana alla guida della Roma Inizia l'era Friedkin

Si cambia rotta, per la soddisfazione di tutti. La Roma passa di mano. Perché nel rapporto fra la piazza giallorossa e James Pallotta è sempre mancato qualcosa e con Dan Friedkin si può tornare a sognare. Ma andiamo con ordine: c'è l'accordo fra l'attuale presidente della Roma e il magnate texano per il passaggio di proprietà. L'affare si chiuderà (si aspetta solo l'ufficialità che arriverà con la borsa chiusa) con una spesa complessiva di 750 milioni di euro, inclusi i 270 milioni previsti per risanare i debiti della società e i 150 milioni programmati per la ricapitalizzazione.

Stando alle stime di Forbes, Friedkin, con il suo patrimonio personale di 4,3 miliardi di dollari, sarà il terzo presidente più ricco della Serie A dopo Andrea Agnelli (Juventus, 15,9 miliardi di dollari) e Zhang Jindong (Inter, 6,8). È la cifra più alta mai pagata per una società italiana: superati anche gli affari legati a Milan e Inter nei quali sono stati coinvolti Elliott e Suning. Pallotta lascia dunque dopo anni pieni sia di polemiche di grandi traguardi (non solo sportivi) raggiunti. Con l'americano a capo della società (dal 2012) i giallorossi hanno totalizzato poco meno di 2 punti di media a partita. È di fatto la miglior gestione di sempre per media-punti in Serie A, e anche in Europa, con il raggiungimento della semifinale di Champions nel 2018, le cose non sono andate male. Eppure, paradossalmente, sono (anche) i risultati a non aver convinto: l'ultimo titolo della Roma è datato 2011, non un particolare in una piazza così esigente. Questo, e la decisione di gestire il club a distanza (Pallotta non si vede in Italia da oltre un anno), non hanno aiutato a far sbocciare l'amore fra le parti.

E se l'imprenditore americano è rimasto infastidito dai continui ritardi sulla costruzione del nuovo stadio (per lui fondamentale per accrescere i ricavi del club e personali), la tifoseria non ha affatto digerito la deromanizzazione portata avanti negli anni. Da Totti (prima come giocatore e poi come dirigente) fino a De Rossi, passando per mister Ranieri, sono tanti i romani e romanisti, fra l'altro leggende e miti del club, a esser stati fatti fuori senza complimenti in nome dei risultati sportivi.

Ora che personaggi considerati scomodi come Totti e De Rossi non ci sono più e che la Roma, oggettivamente, in campo sembra solida e unita come non appariva da tempo, Pallotta ha deciso di cedere, soddisfatto della ricca offerta di Friedkin e stanco dai continui problemi organizzativi e burocratici che lo hanno accompagnato in questi anni romani.

Il 54enne Friedkin, a capo di 12 società legate alla holding di famiglia (la sua Gulf States Toyota ha l'esclusiva della distribuzione delle auto giapponesi in vari stati americani) vuole dare la scossa e riportare entusiasmo. Legando i risultati imprenditoriali ottenuti da Pallotta a quelli sportivi. Per questo il cambio di rotta, tutto sommato, soddisfa davvero tutte le parti.

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