Si cambia rotta, per la soddisfazione di tutti. La Roma passa di mano. Perché nel rapporto fra la piazza giallorossa e James Pallotta è sempre mancato qualcosa e con Dan Friedkin si può tornare a sognare. Ma andiamo con ordine: c'è l'accordo fra l'attuale presidente della Roma e il magnate texano per il passaggio di proprietà. L'affare si chiuderà (si aspetta solo l'ufficialità che arriverà con la borsa chiusa) con una spesa complessiva di 750 milioni di euro, inclusi i 270 milioni previsti per risanare i debiti della società e i 150 milioni programmati per la ricapitalizzazione.
Stando alle stime di Forbes, Friedkin, con il suo patrimonio personale di 4,3 miliardi di dollari, sarà il terzo presidente più ricco della Serie A dopo Andrea Agnelli (Juventus, 15,9 miliardi di dollari) e Zhang Jindong (Inter, 6,8). È la cifra più alta mai pagata per una società italiana: superati anche gli affari legati a Milan e Inter nei quali sono stati coinvolti Elliott e Suning. Pallotta lascia dunque dopo anni pieni sia di polemiche di grandi traguardi (non solo sportivi) raggiunti. Con l'americano a capo della società (dal 2012) i giallorossi hanno totalizzato poco meno di 2 punti di media a partita. È di fatto la miglior gestione di sempre per media-punti in Serie A, e anche in Europa, con il raggiungimento della semifinale di Champions nel 2018, le cose non sono andate male. Eppure, paradossalmente, sono (anche) i risultati a non aver convinto: l'ultimo titolo della Roma è datato 2011, non un particolare in una piazza così esigente. Questo, e la decisione di gestire il club a distanza (Pallotta non si vede in Italia da oltre un anno), non hanno aiutato a far sbocciare l'amore fra le parti.
E se l'imprenditore americano è rimasto infastidito dai continui ritardi sulla costruzione del nuovo stadio (per lui fondamentale per accrescere i ricavi del club e personali), la tifoseria non ha affatto digerito la deromanizzazione portata avanti negli anni. Da Totti (prima come giocatore e poi come dirigente) fino a De Rossi, passando per mister Ranieri, sono tanti i romani e romanisti, fra l'altro leggende e miti del club, a esser stati fatti fuori senza complimenti in nome dei risultati sportivi.
Ora che personaggi considerati scomodi come Totti e De Rossi non ci sono più e che la Roma, oggettivamente, in campo sembra solida e unita come non appariva da tempo, Pallotta ha deciso di cedere, soddisfatto della ricca offerta di Friedkin e stanco dai continui problemi organizzativi e burocratici che lo hanno accompagnato in questi anni romani.
Il 54enne Friedkin, a capo di 12 società legate alla holding di famiglia (la sua Gulf States Toyota ha l'esclusiva della distribuzione delle auto giapponesi in vari stati americani) vuole dare la scossa e riportare entusiasmo. Legando i risultati imprenditoriali ottenuti da Pallotta a quelli sportivi. Per questo il cambio di rotta, tutto sommato, soddisfa davvero tutte le parti.
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