È mai possibile che un grande atleta, anzi un capitano della nazionale di atletica, debba spiegare al suo presidente, ed ad altre menti illuminate, che un manifesto - locandina non è un fumetto, ma esprime una logica di valori? Soprattutto se trattasi di una locandina che ci invita agli Europei 2024 a Roma . All roads lead to Roma 2024 vien scritto con inventiva non proprio sorprendente davanti all'immancabile Colosseo. E, a corredo, le foto di Jacobs, Tamberi, uomini d'oro agli ultimi Giochi, ed altri tre atleti azzurri. Non però gli altri 5 medagliati di Tokyo: medaglie d'oro, nemmeno gente solo da podio. All'appello mancano i marciatori Massimo Stano e Antonella Palmisano, e gli staffettisti, Fausto Desalu, Filippo Tortu, Lorenzo Patta. No, così non va: ha scritto Tamberi su Instagram. «Questi ragazzi sono stati un simbolo del nostro Paese nella manifestazione più importante in assoluto nello sport. Sono al loro fianco perché è la cosa giusta: il merito conta, nello sport come nella vita». Seguono i ringraziamenti di alcuni di loro. O capitano, mio capitano, è così che si conduce la ciurma alla battaglia. Così si onorano grandi risultati. Chapeau a Gimbo, che non sarà uno statista e nemmeno un genio della comunicazione, ma ha capito quello che altri avrebbero dovuto intuire e sviare: non conta il fine propagandistico e nemmeno chi lo abbia commissionato. Qualcuno doveva ricordare che l'atletica nostra oggi ha un gruppo di moschettieri che resteranno indimenticabili.
È dovere della federazione e del suo presidente, Stefano Mei, difendere il ricordo di un successo e propagandare l'immagine azzurra con i magnifici 7 di quella spedizione quasi miracolosa. Tutto il resto sono giochi di botteghe. Nemmeno oscure. A questo punto meglio un Tamberi for president.
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