Milano. Caro Mauro Tassotti, lei ha vissuto una vita da derby. Come arriva il Milan a questo appuntamento?
«Ci arriva bene, non benissimo naturalmente. Perché l'ultima sfida di Champions ha mostrato un po' di stanchezza complessiva del gruppo e in particolare di quelle pedine che non hanno potuto recuperare le energie per l'assenza di ricambi. Mi riferisco a Leao, con Rebic ko, a Saelemaekers con Florenzi e Castillejo fuori, a Calabria e Krunic che ha dovuto accelerare i tempi del recupero per il covid di Diaz».
L'assenza per squalifica di Theo Hernandez è complicata dal mancato recupero di Ballo Touré
«L'assenza è pesante. Se poi non hai nemmeno il sostituto allora diventa un problema. A quel punto o ti fai soccorrere dalla fantasia oppure devi far giocare qualcuno - Calabria o Kalulu - fuori posizione».
Che cosa ti colpisce di questo nuovo e giovane Milan?
«La continuità pazzesca avuta da un anno e mezzo a questa parte. Dopo il lockdown ha giocato calcio ad alti livelli quasi sempre con rare eccezioni. È vero: contro Verona e Torino ha avuto qualche calo di rendimento ma è squadra capace di arrivare sempre al gol. Altro spunto: in Italia il Milan ha sempre dimostrato grande dinamismo mentre in Champions league il livello delle prestazioni è stato inferiore».
C'è una spiegazione?
«Ce ne sono due. Una riferita alla differenza tecnica tra i due tornei. L'altra dovuta alla presenza nel girone di tre avversari di grandissimo rango. Una sola volta, in 11 contro 11 prima dell'espulsione di Kessie, il Milan contro l'Atletico mi è parso identico a quello ammirato in campionato».
Allegri, a San Siro, ha impiegato uno dei suoi dedicato completamente alla marcatura su Brozovic: può risultare un suggerimento utile per Pioli?
«Di solito questo Milan vuole fare la partita. E se hai questa caratteristica qualcosa devi concedere all'avversario. In quella zona finirà sicuramente il trequartista, non so se Krunic o Diaz. Se accetti la parità poi in mezzo al campo l'Inter si ritroverebbe con Brozovic marcato ma con un centrocampista libero».
In passato è stato Lukaku l'incubo del Milan: chi ha preso il suo posto?
«Sarà un derby equilibrato. Nell'Inter c'è uno che può scavare la differenza: Barella è straripante».
A quale derby dei tanti giocati sei ancora affezionato?
«Da calciatore c'è stato uno che ha dato una svolta al Milan di Berlusconi e Sacchi: stagione 87-88, quello del ritorno, 2 a 0 il risultato, stradominato da noi con gol di Virdis e Gullit».
E da componente dello staff tecnico invece?
«Le
due sfide in semifinale di Champions league nel 2003, prima di passare il turno e incrociare in finale la Juve a Manchester. Si giocarono nel giro di una settimana con una carica di adrenalina. Non potevi sbagliare niente».
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