«C'è un bel clima a Milanello» raccontano e non può essere altrimenti. Non solo perché i tre punti conquistati nel duello rusticano con il Toro riescono a ridare slancio e serenità a un gruppo che ha già dato prova di essere più forte delle avversità in epoca recente. A scavare dietro l' 1 a 0 di facciata, c'è la possibilità di trovare altro materiale da analizzare anche se le notizie di giornata provenienti dal fronte ospedaliero non sono esaltanti (Rebic, unico indiziato in vista del recupero di domenica a Roma, si allena ancora a parte e non è di sicuro un segnale incoraggiante). Oltre al primato nei comportamenti (Paolo Maldini, mai una polemica con gli arbitri, Pioli il meno isterico dei tecnici sull'orlo di una crisi di nervi), ci sono le tre T che rendono, in questa particolare curva della stagione, più solido tutto l'impianto.
La prima è quella del portiere Tatarusanu, accompagnato a sostituire Maignan con un eccesso di preoccupazione. Al netto di qualche sbavatura si è dimostrato affidabile e non soltanto nella serata di martedì. Non ha il talento fisico del francese, una sorta di rivelazione fino alla notte di Bergamo, ma di sicuro risulta meno balbettante secondo la rappresentazione fornita dai social. La seconda t è quella forse che luccica di più, è di Tomori, l'acquisto oneroso dell'ultima finestra di mercato (28 milioni) e la scoperta più esaltante degli osservatori di casa Milan, a tal punto da procurare nel Chelsea che aveva in casa il gioiello senza averlo capito, un senso di frustrazione all'atto della cessione definitiva. Tomori è passato da Belotti a Sanabria senza patire particolari differenze: forse solo a Bologna ha mostrato un qualche appannamento, dovuto alla fatica e alle partite ripetute che è poi l'altro requisito di questo giovanotto. Perché Kjaer (che ieri ha rinnovato fino al 2024) e Romagnoli possono alternarsi, lui no: è sempre presente, quale garanzia per Pioli e i suoi sodali. La terza t non è più una sorpresa né una novità perché da quando è tornato a Milanello dopo aver rinegoziato contratto col Brescia e stipendio con Maldini, Sandro Tonali si è scoperto quel che tutti avevano in testa prima che sbarcasse a Milanello preceduto da un covid pesantissimo. Da solo o quasi ha retto il peso, fisico e tattico, del centrocampo impegnandosi nei duelli uno contro uno che sono stati una delle caratteristiche più dispendiose della sfida col Torino.
La differenza di resa tra lui a Bakayoko, con perdita di efficienza, è stata in questo senso molto istruttiva. Perché - e qui si chiude l'esame - Pioli non solo deve fare i conti con le assenze ripetute ma anche con i reduci dall'infermeria che di sicuro non hanno la condizione fisica migliore alle prime esibizioni.
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