Tavullia piange il suo re e adesso "teme" gli arabi

Campione e imprenditore, viaggio nel suo paese. La sindaco: "Speriamo non venda l'Academy ai sauditi"

Tavullia piange il suo re e adesso "teme" gli arabi

Tavullia (PU). L'evento viene celebrato con un morso deciso su una pallina di yellow 46. Pesca, lime e limone: il colore è quello della maglietta che indossa il ragazzino di 12 anni, già pronto alla lacrima. Suo papà, 39, stessa maglietta, scuote la testa: «Oggi mi sento vecchio». Sono le 16.15 e a Rossiland anche lo store meta di pellegrinaggio continuo chiude per lutto. Si attende la decisione di Valentino, ma tutti qui hanno già capito. Petra, la ragazza del bar, è pronta a fotografare il momento storico: chiede un cheese a tutti presenti in religioso silenzio davanti alla Tv, e intanto piange come una fontana. Lo stesso fanno gli altri ragazzi dello staff, e la domanda di tutti gliela si legge negli occhi: «E adesso?». La risposta è proprio lì, sulla salita che porta al piccolo borgo di Tavullia, dove campeggiano le bandiere VR46 a delimitare i confini di un mito. Il mix tra Superman a motori e un vero uomo d'affari. Ma soprattutto il campione amico.
Il bar pizzeria «da Rossi» è insomma il centro di una passione, ed anche la storia dello Yellow Park lì sotto, dedicato ai bambini, è la summa del fenomeno Dottore: è studiato anche per chi ha disabilità ed è sponsorizzato Polleria Osvaldo, uno dei tanti scherzi della carriera che per un po' ha portato i giornalisti a cercare disperatamente un negozio fantasma. Davvero molto Valentino. Così capisci perché Petra, Dani e gli altri piangono sinceri mentre sfornano cappuccini ricamati con un 46 al cioccolato, mentre dall'altra parte del bancone si mischiano dialetti, lingue e dispiaceri. «Non potevamo non essere qui - dicono due fan arrivati da Bologna -, volevamo essere accanto a quelli che lo conoscono da bambino».
Tra questi c'è la sindaca Francesca Paolucci, anche lei costretta a tirare fuori le parole dal groppo che torce la gola: «Di solito si sa sempre cosa dire, ma oggi...». D'altronde è più di un quarto di secolo che quelli di Tavullia corrono dietro al loro fenomeno, «e in realtà è molto di più quello che ci ha dato lui: gli prepareremo un riconoscimento speciale». Ecco Superman in pratica, «quello che ha portato tutti, dai bambini agli anziani, a vedere le gare di moto. Per mia nonna la domenica dopo la messa c'era la corsa in Tv». L'eroe di un paese di 8mila abitanti diventato santuario («c'è perfino gente che viene a sposarsi perché è sua tifosa»), la «città dei piloti di moto» - come c'è scritto all'ingresso - che sembra più vuota del solito: «Non è un caso, la gente è chiusa in casa a razionalizzare. Tre giorni fa, per dire, è andato a vedere una partita di calcetto dei giovani del paese: questo è Vale, il ragazzo di Tavullia. Quello che ogni giovedì va a all'ospedale di Misano a trovare i bambini malati».
Poi c'è l'uomo d'affari, con il suo bar-ristorante-pizzeria-gelateria-negozio di gadget-parco divertimenti-fan club, che però non ti fa neppure pagare se ti scatti una foto con la sua moto facendo finta di essere lui. Quello anche dell'Academy fabbrica di campioni, che però gli arabi sponsor del suo nuovo team di MotoGp vorrebbero per 150 milioni di euro: «L'offerta è importante, capisco - dice la sindaca -: ma in cuor mio spero che resti sua...».

Anche perché, chiude Francesca (in questo caso), qui non cambia nulla: «L'ho visto emozionato e convinto, ha sempre fatto scelte giuste. E comunque resterà per sempre un pilota». Che tra l'altro fa un gelato buonissimo.

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