L'autovettura - un taxi bianco (ma pure «nero», e tra qualche riga ve ne spiegheremo il motivo...) - è un'attempata Fiat Ulysse che sul mercato dell'usato vale solo qualche migliaia di euro.
Ma allora perché il tassista Tommaso Agosta (per gli amici Tommy), juventino doc ma di origine palermitana, ha rifiutato («non senza qualche titubanza») un'offerta di ben «100 mila euro»? Un prezzo sul quale il signor Agosta avrebbe potuto perfino giocare al rialzo, considerato il potenziale acquirente: nientepopodimeno che il «principe di Riad», come rivelato l'altro giorno al tg di Studio Aperto dall'autista amante della Vecchia Signora .
Motivo dell'inspiegabile diniego? L'amore, incondizionato, per il suo taxi bianconero.
Sul «bianco» non c'è mistero (in Italia tutti i taxi sono bianchi), ma cosa c'entra il «nero»? E qui si svela l'arcano: il «nero» è rappresentato infatti dalle 170 dediche autografate negli ultimi 15 anni dal Ghota juventino.
Giocatori, allenatori, presidenti, dirigenti: tutti felici di firmare cappotta interna e/o carrozzeria esterna dell'Ulysse di quello che a Torino è diventato una sorta di museo zebrato su quattro ruote.
Una collezione cominciata per scherzo e poi diventata clamorosamente «seria». Tommy, su Instagram, racconta l'inizio dell'impresa: Cannavaro che entra in macchina con la Coppa del Mondo, destinazione l'ospedale dove era ricoverato Pessotto; ma ecco che, un attimo prima di scendere dalla vettura, Fabio alza un braccio e scrive il proprio nome sulla tappezzeria.
«All'inizio pensai: ecco, mi ha rovinato la cappotta - ricorda Agosta -. Ma poi decisi di far fare la stessa cosa a tutti i campioni della Juve». Mission tutt'altro che impossible considerato lo status, per circa un decennio, di «tassista ufficiale» del club di via Druento.
Si spiega così la sfilza di firme delle icone più venerate dal popolo dell'Allianz Stadium: da Gianni Agnelli a Platini, da Boniperti (con tanto di frase-cult: «Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta») a Ronaldo e via autografando.
L'album «motorizzato» di Tommy a Torino è ormai un'attrazione turistica, evitata solo dai concittadini di fede granata che, pur di non montare su quel taxi, se la farebbero a piedi da un capo all'altro della città.
Per il taxi bianconero il meritato riposo arriva solo la sera, a fine turno. Peccate che Ulysse, la «nanna», non possa farla in garage.
La «colpa»? Di Tommy, ovviamente: è lui infatti che ha trasformato la «camera da letto» sotterranea del suo taxi in un museo-bis con centinaia di cimeli calcistici (magliette, scarpe da calcio, guanti, palloni, documenti, ecc), molti dei quali anche di notevole valore storico.
Insomma, una raccolta originale che, in tempi di vintage imperante, meriterebbe adeguata sede espositiva.
E chissà se un giorno...
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