La telecronaca "roca" di Bizzotto è un caso. "Andava sostituito". "No, è stato bravo!"

Il giornalista alla fine di Francia-Spagna: "Mi scuso se non ho accompagnato con la voce migliore questa bella partita"

La telecronaca "roca" di Bizzotto è un caso. "Andava sostituito". "No, è stato bravo!"
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Stefano Bizzotto, 63 anni, «voce di punta» (colpi di freddo permettendo...) della squadra di commentatori Rai da sempre a seguito - nel bene e nel male - del carrozzone azzurro (inteso come nazionale italiana di calcio), risponde al Giornale cortese ma categorico: «Sulla vicenda di martedì sera non posso dire nulla...». E non tanto perché il suono che gli esce dalla bocca è ancora un po' rauco, ma perché la sua telecronaca «sussurrata» della semifinale Spagna-Francia è diventata un «caso» nei piani alti della Rai; tradotto: a qualche burosauro della tv di Stato non è piaciuta l'opzione di lasciare il microfono a Bizzotto nonostante le sue corde vocali non fossero tese al punto giusto.

Una critica comunque ingiusta considerato che - dopo i primi minuti effettivamente assai critici - Bizzotto ha fatto il proprio lavoro in modo dignitoso; certo, non ha potuto aumentare i decibel in occasione dei gol: una «morigeratezza» in versione audio che nel mondo delle telecronache urlate i 7 milioni e mezzo di italiani davanti ai teleschermi avranno probabilmente apprezzato; anche perché, a compensare l'equilibrio degli effetti sonori hanno pensato gli acuti di Lele Adani.

A fine match un Bizzotto, «eroicamente» giunto al triplice fischio, ha quindi trovato l'onestà per chiudere il collegamento con queste parole: «Da parte mia le scuse per non avere accompagnato con la voce dei giorni migliori questa bellissima partita». E così è venuta fuori anche la tempra umana e professionale dell'ex alpino Bizzotto Stefano che sa combattere ma pure ammettere una piccola débâcle, ammesso che si tratti di débâcle: i social infatti, da sempre ricettacolo di malignità, in questa vicenda si sono schierati in netta maggioranza dalla parte del telecronista Rai.

Per non parlare di un suo grande ex collega di microfono, Bruno Longhi: «Bizzotto è bravissimo - spiega Longhi al Giornale -, io non mi sono accorto di nulla perché la partita l'ho vista su Sky. Ma senza audio. Non perché trovi sgradevoli le voci di Caressa e Bergomi, ma per non disturbare mia moglie che si stava gustando un film... Io in carriera ho avuto due incidenti simili a quello capitato a Stefano. Voce irriconoscibile. E il giorno dopo tanti mi chiesero: "Chi era quello che ha fatto la telecronaca al tuo posto?"».

Longhi ci regala infine un aneddoto sulla mitica raucedine di Sandro Ciotti: «Sandro ebbe un calo di voce, ma decise comunque di fare la telecronaca. La conseguenza fu che sforzò tanto l'ugola da rendere cronico quel tono di voce "graffiato" divenuto poi celebre».

È la conferma che da una sfortuna può nascere una fortuna.

Accadrà anche a Bizzotto?

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