In testa solo con... la testa. Lo scudetto si vince così

Nella volata finale decisivo l'aspetto mentale. Inter esperta, Milan e Napoli a rischio fragilità

In testa solo con... la testa. Lo scudetto si vince così

C'è testa e testa. Ovvero come stare in testa al campionato e la testa per starci. Tutto qui il rebus finale di questa stagione che non ha esaltato la bellezza del calcio piuttosto quella del ciapanò altrimenti rivisitato nell'imponderabile leggerezza del pallone. Milan, Inter, Napoli e Juve, in ordine di classifica, sono riuscite a perdere e vincere il campionato delle loro speranze con pari tenacia: tanto hanno fatto per vincerlo (Juve a parte) ed altrettanto per perderlo.

Dice l'occhio del disincanto che l'Inter abbia più chances scudetto rispetto alle altre: una partita da recuperare che, d'accordo, può essere il tranello della beffa, una squadra più matura e completa, un calendario leggermente in discesa nelle ultime 4 sfide, eppoi il famoso quid che vale lo scudetto: la resistenza di testa, ovvero psicologia e abitudine alla pressione. Negli ultimi tre anni c'è una sola squadra in Italia che ha disputato una finale di coppa europea, vinto un campionato ed anche la supercoppa nazionale: vincere e giocarsi le finali allena la testa. L'Inter può disporre di tutto questo. Non poco a confronto di Milan e Napoli che, quest'anno, sono cascate nel tranello della inaffidabilità: stai per crederci e loro ti beffano. Il Napoli si è fatto risucchiare in partite casalinghe da Milan e Fiorentina ogni volta che poteva spiccare il salto in alto. Il Milan si è lasciato azzoppare dalle provinciali e segna col contagocce (9 gol nelle ultime 10 giornate). La Juve non ha mai battuto le vip. E all'ultima giornata andrà a sbattere contro la Fiorentina, sorta di castiga grandi: ha sconfitto Milan e Napoli, pari con l'Inter, perso con la Juve all'andata. Sensazione dice che la Signora avrebbe la testa per reggere con l'Inter, ma lo scontro diretto ha dato responso definitivo: al massimo potrà arrivare seconda.

Dunque non resta che chiedere a Milan e Napoli un'effervescenza di risultati utile a mettere l'Inter in difficoltà. Ma è vero che la Nerazzurra nei momenti difficili ha mostrato di saper reggere di testa. Lo scontro dentro o fuori con la Juve a dimostrarlo. E diciamo che, seguendo la tabella Allegri (85 punti per lo scudetto) ormai solo Inter, può arrivare a 87 punti con 7 partite, e Milan (massimo quota 86) sono ancora in corsa. Ma non di soli numeri si vince e nemmeno per la mano di fata degli allenatori, ancor meno per il tifo trainante, talvolta perfino editoriale. Contano soprattutto i giocatori: quelli corazzati nella testa e di buona qualità nei piedi. Se dovessimo scegliere quattro trascinatori diremmo: Perisic indomabile assist man dell'Inter e, guarda caso, uno dei pochi che ha vinto una Champions, Giroud decisivo quando conta, l'Osimhen travolgente di Napoli e il Vlahovic combattente della Juve.

Però spesso sono i ninnoli, i gingilli calcistici dai quali tanto aspetti, ma senza testa del vincente, che fanno deragliare. A ciascuno il suo. Diciamo Lautaro (Inter), Leao (Milan), Insigne (Napoli), Dybala (Juve): seduttori e traditori.

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