Piedi piatti e una suocera che è da tempo una celebrità: Rosa Kildahl. È la madre della compagna Trine Hansen, ed è famosissima in Danimarca. È diventata una stella con la partecipazione a uno show televisivo dedicato alla pasticceria (Great Danish Bake Off, ndr), ma anche con l'apparizione nel 2018 al «Ballando con le Stelle» danese. Adesso Jonas Vingegaard, il «re pescatore» fasciato di giallo, che ieri sul calar della sera è salito sul podio più sognato da un ragazzo che corre in bicicletta, ha superato di slancio la signora Rosa. Felice la figlia, Trine, che da due giorni è al fianco del suo compagno con Frida, la loro piccola di 2 anni: «Viviamo una favola», dice lei, e c'è da crederle visto che viene dal paese delle fiabe.
Secondo danese della storia a salire sul gradino più alto del Tour de France. Prima di Jonas Vigegaard, Bjarne Riis, «monsieur 60%», così chiamato per i suoi livelli «monstre» di ematocrito. Finì nella polvere, Bjarne e nel suo Paese fu costretto ad ammettere pratiche illecite e per questo passò alla storia per una frase che restò negli annali del malaffare su due ruote: «Se qualcuno vuole riprendersi quella maglia gialla, faccia pure, è nel mio garage, chiusa in una scatola di cartone».
La sua maglia, fino a prova contraria è vera e autentica. «Siamo eccellenti nella preparazione ha detto sabato sera, dopo la crono finale -. Siamo il team migliore, per questo potete fidarvi». Jonas Vingegaard è il «re pescatore», l'uomo che ha saputo interrompere l'egemonia, forse la dittatura del «re bambino» Tadej Pogacar, che a soli 23 anni ha saputo vincere due Tour consecutivi e in questa edizione si è dovuto accontentare del posto d'onore. «Rispetto reciproco. È un grande ragazzo, è uno dei migliori corridori al mondo», dice di lui Jonas.
Piedi piatti e di una soletta per ovviare a questo problema, anche se «il re pescatore» di problemi non se li è mai fatti. «Lavoravo al mercato del porto di Hanstholm prosegue la maglia gialla -. Mi piaceva, nonostante dovessi svegliarmi alle cinque del mattino. Non ne ho mai fatto un problema, anzi, mi rilassava un sacco perché non c'era troppo bisogno di pensare. Di cosa mi occupavo? Mettevo a posto le sogliole, i merluzzi e i baccalà. Mi occupavo delle bolle di accompagnamento e delle vendite alle aste. Lavoravo sodo dalle 6 del mattino a mezzogiorno, per quasi 30 ore alla settimana, poi mi allenavo in bici. Non lavoravo per necessità, ma solo perché mi piaceva e lo trovavo giusto».
La Jumbo-Visma si accorge di lui vedendolo scalare il Coll de Rates, una salita conosciuta da tutti nell'ambiente: sta a metà tra Benidorm e Denia, Spagna del sud,
base abituale dei ritiri di tante squadre. Vingegaard fa registrare il record di scalata nel 2018: il team lo portano in Olanda per alcuni test che lasciano intuire notevoli margini di miglioramento. Hanno avuto ragione.
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