Il Tour di lady Roglic che insegue in camper il marito

In epoca Covid la carovana vive in una bolla e lei, pur di stargli vicino, gli va dietro col figlio

Il Tour di lady Roglic che insegue in camper il marito

È un Tour di prossimità, nel senso che la signora Roglic cerca di stare in zona, nelle vicinanze, sulla strada, per supportare un marito che in bicicletta, abbandonato gli sci (è stato campione di salto: a soli 16 anni, vinse infatti la medaglia d'argento a squadre ai Mondiali juniores. E l'anno dopo, a Tarvisio, si prese l'oro, abbinandolo al quinto posto individuale, ndr), ormai se la cava piuttosto bene e ci sta anche prendendo gusto.

Lei, la signora Roglic, si chiama Lora Klinc ed è la compagna di Primoz, il padrone del Tour: il signore in giallo. Lora viaggia da due settimane in camper, con il figlioletto Lev di un anno e il fratello. Non possono avvicinare nessun componente della squadra, per questioni di bolle, e di regole ferree anti-covid, quindi si accontenta di vederlo sfrecciare davanti ai suoi occhi a tutta, per potergli gridare: vai amoreee!

Viaggiano sulle strade del Tour da quasi tre settimane e indossano una maglia nera con disegnata una ruota di una bici con due ali e il nome Rogla. «Ci sono delle regole molto severe qui al Tour ed è giusto che sia così spiega Lora, la dame en noir -: lui è quì a fare il suo lavoro ed è anche molto concentrato, perché quando è in corsa, lui è davvero pazzesco, ma sa anche che io e il nostro bimbo siamo vicini a lui: ci sente».

In verità Lora il suo viaggio l'ha incominciato in pratica un anno fa, quando è salita a bordo del suo camper e sempre con il piccolo Lev è andata sulle strade della Vuelta, corsa che per altro poi Primoz ha vinto. Ed è proprio da questa esperienza che a Lora è nata l'idea di scrivere un libro, Chilometro Zero, uscito in libreria proprio in questi giorni. L'idea editoriale è semplice: narrare un'esperienza per far capire anche a chi non è appassionato di ciclismo cosa è questo mondo. Più che un diario di bordo è un diario a bordo strada: tra la gente e gli appassionati. «Se possiamo stiamo vicino ai nostri connazionali, ai tifosi di Primoz, ma anche a quelli di Pogacar, che è bravissimo e sta davvero facendo qualcosa di eccezionale per se e per il nostro Paese», dice Lora. «Facevo davvero fatica a comprendere quale interesse ci fosse nel seguire un gruppo di uomini che pedalavano insieme per cinque/sette ore Ora qualcosa di più lo comprendo e mi sono molto appassionata».

Per narrare questa storia Lora ha scelto un linguaggio semplice, diretto e immediato. Racconta cosa si mangia e quanto, ma anche quello che avviene intorno ad una corsa. Così come tante curiosità di coppia, con un Primoz molto più serafico e pacifico e una Lora, invece, molto più reattiva e apprensiva.

Se arriverà in maglia gialla a Parigi? La signora Roglic non si sbilancia, prende tempo e svia la domanda. Solo su una cosa non ha dubbi: se mai suo marito dovesse vincere il Tour, questa storia non diventerebbe un libro. «Spero che sia sufficiente quello che altri scriveranno di lui».

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