Trent'anni, sono quasi passati 30 anni dallo storico mondiale italiano nel 1990, quello che incoronò la Germania Ovest che ebbe la meglio sull'Argentina di Diego Armando Maradona. L'Italia di Azeglio Vicini fece sognare e non poco i tanti tifosi azzurri presenti sugli spalti dei dodici stadi che hanno ospitato la manifestazione e incollati davanti ai televisori. Purtroppo per quella talentuosa ed esperta nazionale il cammino si interruppe in semifinale dopo aver subito un solo gol in tutta la competizione e solo dopo la lotteria dei calci di rigore contro l'Argentina del Pibe de Oro Diego Armando Maradona.
I convocati per Italia 90
Portieri: Zenga, Pagliuca e Tacconi
Difensori: Baresi, Bergomi, Ferrara, Ferri, Maldini e Vierchowood
Centrocampisti: Ancelotti, Berti, De Agostini, De Napoli, Giannini, Donadoni, Mancini, Marocchi,
Attaccanti: Baggio, Schillaci, Carnevale, Serena, Vialli
La formazione tipo dell'Italia:
Zenga, Baresi, Bergomi, De Agostini, Ferri, Maldini, Donadoni, Giannini, Baggio, Vialli, Schillaci
Ct: Azeglio Vicini
Il cammino degli azzurri
L'Italia di Azeglio Vicini fece sognare i tanti milioni di tifosi azzurri che hanno a lungo accarezzato il sogno di poter conquistare il quarto mondiale della storia della nazionale dopo quelli conquistati nel 1934, 1938 e 1982. Gli azzurri superarono agevolmente il girone A battendo nell'ordine Austria, Stati Uniti e Cecoslovacchia, tutte e tre le sfide si giocarono allo stadio Olimpico di Roma, segnando quattro reti e senza subirne alcuna. Mattatori di questi incontro Totò Schillaci con due reti (contro l'Austria e contro la Cecoslovacchia), Giuseppe Giannini in rete contro gli Usa e Roberto Baggio che chiuse la sfida contro i cechi, nell'ultima sfida del girone.
Italia-Austria 1-0 Schillaci (9 giugno stadio Olimpico di Roma)
Italia-Usa 1-0, Giannini (14 giugno stadio Olimpico di Roma)
Italia-Cecoslovacchia 2-0, Schillaci-Baggio (19 giugno stadio Olimpico di Roma)
Il grande sogno
L'Italia approda dunque alla fase successiva da imbattuta e a punteggio pieno, senza subire gol e mostrando una forma fisica strepitosa e un entusiasmo alle stelle, spinti dal pubblico di casa. Gli ottavi di finale contro l'Uruguay rappresentano un ostacolo da non sottovalutare per gli azzurri che prendono seriamente la partita con Azeglio Vicini che ha un'illuminazione durante la partita: il ct, infatti, vedendo che la sua nazionale non riesce a sfondare inserisce l'ariete Aldo Serena che serve prima l'assist a Schillaci, che con un sinistro di rara potenza e precisione batte il portiere, e chiude poi la pratica con il suo primo gol nel mondiale con il suo marchio di fabbrica, il colpo di testa.
Ai quarti di finale l'Italia affronta l'Eire che si era sbarazzato della Romania ai calci di rigore. Sulla carta la partita sembra scontata ma gli irlandesi vendono come al loro solita cara la pelle con la nazioale di Vicini che tira fuori il carattere e la grinta, oltre che le qualità tecniche: e chi poteva risolvere la partita se non Totò Schillaci? L'attaccante della Juventus fu il più lesto a colpire dopo una respinta del portiere avversario sul tiro di Roberto Donadoni da fuori area.
La grande amarezza
L'Italia stacca così il pass per la semifinale dove affronta l'Argentina che tra ottavi e quarti aveva fatto fuori prima i "cugini" del Brasile e poi la Jugoslavia. La sfida si disputò, forse volutamente, allo stadio San Paolo di Napoli contro l'Albiceleste dell'idolo locale per i tifosi partenopei Diego Armando Maradona. La partita fu dura ed equilibrata con gli azzurri che la sbloccarono nel primo tempo con il solito Schillaci ma che vennero poi ripresi nel secondo tempo dall'ex Atalanta Caniggia con un gol di testa sull'uscita dell'incerto e poi criticato Zenga. La battaglia si trascina fino ai tempi supplementari e poi ai calci di rigore, amari, amarissimi per l'Italia. Nella lotteria dei penalty, infatti, furono decisivi gli errori di Roberto Donadoni e Aldo Serena che sancirono l'eliminazione della nazionale di Vicini dalla manifestazione di casa.
La finale 3-4 posto
Nell'agrodolce finale per il 3-4 posto i ragazzi di Vicini tirarono fuori l'orgoglio battendo per 2-1 l'Inghilterra, sconfitta dalla Germania Ovest in semifinale, conquistando così il gradino più basso del podio. In rete sempre Schillaci che vinse anche la classifica dei cannonieri e Roberto Baggio che resero vano il pareggio siglato dall'inglese Platt.
Gli stadi e le polemiche
La competizione iniziò l'8 di giugno e terminò l'8 di luglio con la finale di Roma. Gli stadi impegnati per il mondiale italiano furono 12, con il San Nicola di Bari e il Delle Alpi di Torino costruiti appositamente per la manifestazione. Gli altri 10 impianti tirati al lucido per l'occasione: lo stadio Giuseppe Meazza di Milano (con l'aggiunta del terzo anello), il Luigi Ferraris di Genova, La Favorita di Palermo, il Bentegodi di Verona, il San Paolo di Napoli, il Friuli di Udine, il Dall'Ara di Bologna, il Comunale di Firenze, il Sant'Elia di Cagliari e lo stadio Olimpico di Roma, che ospitò la finale del mondiale, Germania Ovest-Argentina e che vide l'Italia di Vicini protagonista per ben cinque partite (le tre della fase a gironi, ottavi e quarti di finale). Nel Bel Paese, però, divamparono le polemiche per i costi ingenti per l’organizzazione del mondiale. Solo per i dodici stadi vennero spesi 1.248 miliardi delle vecchie lire con la competizione che inghiottì 7.230 miliardi di lire: questa questione sollevò un mare di polemiche.
Le notti magiche azzurre
Una nazionale da sogno con l'inno cantato da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato "Notti magiche" a riecheggiare per tutta la durata del Mondiale. Quell'Italia era imbottita di talenti e di giocatori d'esperienza e tutto faceva pensare che si potesse vincere la competizione con la spinta del pubblico italiano che forse "tradì", un po' gli azzurri nella semifinale disputata a Napoli contro l'Argentina con il pubblico "diviso" tra la nazionale italiana e il tifo sfrenato per il Pibe de Oro, vero idolo di tutti i supporter azzurri.
La rivelazione del mondiale
Totò Schillaci fu il grande protagonista dell'Italia ma anche l'uomo copertina di quella edizione mondiale. Il 25enne di Palermo disputò il primo anno in Serie A con la maglia della Juventus segnando 21 reti in 50 presenze tra campionato e coppe europee. Alla sua prima esperienza con l'Italia risultò decisivo con ben sei reti al suo attivo che lo consacrarono capocannoniere del mondiale con una rete di vantaggio su Tomas Skuravy e due su quattro pezzi da novanta come Gary Lineker, Michel, Lotthar Matthaus e Roger Milla.
Gli altri gironi e i suoi protagonisti
Girone B Camerun 4, Argentina 3, Romania 3, Eliminata Unione Sovietica 2
Gli africani vinsero a sorpresa il girone davanti all'Argentina del Pibe de Oro con quattro punti e con uno scatenato Roger Milla capace a 38 anni di segnare 4 reti in tutta la competizione. L'ex attaccante di Saint-Etienne e Montpellier disputò anche Usa 94 alla veneranda età di 42 anni togliendosi anche lo sfizio di segnare.
Girone C: Brasile 6 e Costa Rica 4, Eliminate: Scozia 2 e Svezia 0
Il Brasile di Careca, come l'Italia, fece percorso netto in un girone semplice con la Costa Rica che arrivò però seconda battendo le due più quotate Scozia e Svezia che furono eliminate.
Girone D: Germania Ovest 5, Jugoslavia 4 e Colombia 3 Eliminata Emirati Arabi Uniti 0
La Germania Ovest di Matthaus, Voeller e Brehme vinse le prime due sfide contro Jugoslavia e Emirati Arabi Uniti. Nell'ultimo match contro la Colombia si fece pareggiare al 93' giungendo comunque prima con i sudamericani terzi e "ripescati".
Girone E: Spagna 5, Belgio 4, Uruguay 3, Eliminata Corea del Sud 0
La Spagna pareggia all'esordio contro l'Uruguay ma poi si scatena contro Corea del Sud e Belgio battute grazie a Michel, autore di quattro reti. I sudamericani giungono terzi ma accedono agli ottavi come una delle quattro migliori terze classificate.
Girone F: Inghilterra 4, Irlanda 3, Paesi Bassi 3 Eliminata Egitto 2
Girone equilibrato quello dell'Inghilterra che si qualifica al primo posto con quattro punti con una vittoria e due pareggi. Irlanda e Paesi Bassi con Gullit, Rijkaard e van Basten, staccano il pass per gli ottavi come seconda e terza con tre pareggi. Eliminato e beffato l'Egitto con 2 punti.
Le 4 migliori terze: Argentina, Colombia, Paesi Bassi e Uruguay ebbero la meglio sulle altre due terze classificate Scozia
La finale al veleno
Come detto l'atto finale vide affrontarsi la Germania Ovest e l'Argentina di Diego Armando Maradona. La sfida fu spigolosa, ruvida, equilibrata e decisa da un calcio di rigore assegnato all'85' dall'arbitro Mendez per un fallo, ingenuo, di Sensini su Voeller. Dal dischetto Brehme fece impazzire i tedeschi presenti sugli spalti dell'Olimpico e fece infuriare gli argentini che lamentavano un mancato penalty concesso poco prima per un fallo analogo subito da Dezotti che fu così espulso per le vibranti protest e con l'Albiceleste che rimase in 9 contro 11 dato che al 65' Monzón fu espulso per un duro intervento su Klinsmann.
Dopo tanti minuti di attesa l'interista Andrea Brehme fu freddo a realizzare un gol che valse il titolo mondiale. Il terzino nerazzurro calciò il rigore nonostante il rigorista designato fosse Lothar Matthaus che di recente ha spiegato il perché non calciò lui il penalty "Lo tirò Brehme, scelsi io di non tirarlo perché avevo un problema allo scarpino, era rotto".
Maradona scatenato
Il pubblico italiano presente sugli spalti dell'Olimpico che si schierò palesemente in favore della Germania Ovest dato che l’Albiceleste eliminò tra
le polemiche gli azzurri. Un Maradona visibilmente contrariato per questa cosa, durante gli inni nazionali, fu pizzicato dalle telecamere ad insultare i tanti tifosi italiani con un labiale eloquente: “Figli di p…”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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