Steven Kruijswijk è l'immagine della resa, della sconfitta più profonda. «Ho commesso un errore stupido spiega l'olandese prima di recarsi all'ospedale di Briancon per accertamenti radiografici -. Ho fatto tutto io, tutto da solo e ho mandato tutto al diavolo. Sono scollinato sul Colle dell'Agnello molto in affanno, e lungo la discesa ho cercato di bere e alimentarmi. Ma ad un certo punto ho commesso un grave errore: mi si è girato il manubrio e sono finito dritto nella neve. Per me il Giro a questo punto è perso».
È davvero scosso «double k», demoralizzato e abbacchiato come pochi. E non potrebbe essere altrimenti. «Non mi do pace, perché ho commesso un grave errore, che un atleta come me non doveva commettere. Sfortuna? Userei altri termini. È vero, sono ancora terzo in classifica, ma è chiaro che adesso non sarà assolutamente facile ribaltare una situazione come questa, visto anche come sto. Ho dolori da tutte le parti. Ho fatto una sciocchezza e l'ho pagata a caro prezzo».
Il sorriso di Esteban Chaves è invece bello largo sul podio di Risoul con indosso la maglia rosa: «Oggi è stata veramente dura, ma prendere la maglia rosa ripaga qualsiasi fatica dice il 26 enne colombiano -. Torino è vicina, sognare non costa nulla, e io sogno. Kruijswijk ha dimostrato di essere un campione, non si meritava di perdere il simbolo del primato a causa di una caduta, ma un piccolo errore può costare caro. Io e la mia squadra abbiamo davvero fight for pink oggi e lo faremo anche domani. La mia arma segreta? Le banane, che mangio come tutti gli altri colombiani (a proposito di connazionali, Rigoberto Uran gli ha già promesso un aiuto per domani, ndr). Tra 24 ore ci aspetta un'altra tappa durissima, io darò il massimo. Lascerò la pelle sulla strada. Farò di tutto pur di vincere questa corsa: ci metterò il cuore come non ho mai fatto fin d'ora.
Sento che è l'occasione della mia vita, e arriva nella tappa che forse io prediligevo fin dal via dall'Olanda. Però so che dovrò soffrire. So che Vincenzo (Nibali, ndr) venderà cara la pelle. Proprio come il sottoscritto».PAS
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