Tutto il peggio a Monza: la Ferrari e Vettel dalla favola all'incubo

Hamilton, aiutato da Bottas, beffa Kimi e vince Pesano l'errore del tedesco e le scelte di Maranello

Tutto il peggio a Monza: la Ferrari e Vettel dalla favola all'incubo

nostro inviato a Monza

Tante cose brutte. Il suicidio ferrarista, la riconferma del pubblico italiano come il peggiore della F1. Il disastro dei due compagni litiganti in sella al Cavallino. I fischi al vincitore, Lewis Hamilton, al quinto centro nel Parco come Schumi, e che grazie alle pazzie ferrariste allunga nel mondiale e va a più trenta su Vettel. A sette Gp dal termine vale più di un'ipoteca. Tante cose brutte davvero. A cominciare dall'incapacità ferrarista di domare i propri piloti. Si era capito fin da sabato che Vettel era pensieroso per la pole mancata e dubbioso sulla voglia di aiutarlo del compagno. Così come si era compreso che i pensieri di Raikkonen erano agitati dal rinnovo che non arriva, dalle voci che frullavano, come quella di ieri mattina: pre accordo con Charles Leclerc già siglato ai tempi di Marchionne e volontà del team di rispettare questa intesa. Sarà così? Non lo sarà? Nell'attesa, non proprio il massimo da scoprire per Kimi a poche ore dal via quando il team ha tanto tanto tanto bisogno del suo aiuto per il compagno messo meglio in classifica.

Fatto sta, un disastro. La favola storta raccontata dalla Ferrari sabato, «non daremo ordini ai nostri piloti» si è purtroppo avverata. Il team principal Arrivabene ha poi spiegato che i giochi di squadra erano pronti ad arrivare, ma dopo il via. Il che sa di temerarietà o di imprudenza o incoscienza. Tanto più sapendo che Vettel è un pilota dal talento imperfetto: imprendibile se guida l'auto migliore e si sente rassicurato e coccolato dalla squadra, indeciso e frettoloso se avverte sfiducia. Oggi ha la monoposto più veloce, ma non ha più la squadra che stravede per lui. Troppi errori. Troppa fretta. Come ieri al via. Partenza fratricida, Kimi che gli tira la staccata, lui che si scopre due volte pur di attaccarlo ed Hamilton che al secondo tentativo lo passa. Il testacoda dopo la toccata è un di più non richiesto causato da Seb che cerca di chiudere l'inglese. Urlerà «manovra stupida...» rivolto a Lewis. Ma la sciocchezza è tutta sua. Quarto al traguardo e fuori dal podio che sognava dove invece è salito il compagno, mesto secondo davanti al gregario Mercedes ma per molti ormai diventato il maggiordomo a 300 all'ora: Valtteri Bottas.

Perché nel Gp della grande e assurda favola della Ferrari che non dà ordini di scuderia al via, è successo che la Mercedes, pur di restare uber alles, non abbia disdegnato neppure di adottare le più basse manovre agonistiche. «Rimani in pista ad aspettare Raikkonen» per aiutare Lewis a recuperare, «Tieni dietro Raikkonen e rallentalo...» il senso dei messaggi ricevuti dal maggiordomo. Fatto sta, Kimi a lungo primo e poi, per il gioco dei pit stop, finito a sandwich fra le due frecce argentate, si è dovuto arrendere.

E adesso addio sogni di gloria. Servirà un miracolo per raddrizzare la stagione. Marchionne, dopo l'umiliazione patita lo scorso anno con la doppietta germanica subita in casa, aveva chiesto «di togliere il sorriso dalle facce di questi tedeschi...». Niente da fare. I sorrisi stavolta sono parsi addirittura più grandi. Perché nel 2017 la Rossa non era la monoposto migliore, mentre lo è oggi. E perché davanti ai peggiori tifosi del mondo, quelli di Monza capaci di fischiare chiunque non indossi la tuta rossa, è un gran piacere vincere e battere la Ferrari. Tifosi anche sciocchi e ingenui, visto che con i loro fischi hanno dato altra energia a Lewis Hamilton. «Gara dura ma in fondo divertente...

e la negatività del pubblico verso di me e i suoi buuu mi hanno solo caricato» ha detto il campione del mondo. Con l'inglese in questo stato di grazia, sarà dura per il Cavallino raddrizzare il mondiale. Con o senza giochi di squadra.

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