"In tv con l'Italia che ci ha costretto a soffrire, abbiamo provato a far sorridere. Spalletti? Via"

La conduttrice di "Notti Europee" Paola Ferrari sul ct: "Carattere complicato"

"In tv con l'Italia che ci ha costretto a soffrire, abbiamo provato a far sorridere. Spalletti? Via"
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Paola Ferrari (con Marco Mazzocchi e tutta la squadra) ha avuto un compito veramente improbo: tenere gli italiani informati e allegri nonostante la disastrosa prova degli azzurri. E gli spettatori hanno reagito molto meglio di quanto ci si immaginasse: non solo hanno continuato a guardare in massa i match degli Europei senza la Nazionale, ma anche i programmi che li raccontavano come, appunto, Notti europee.

Paola, nonostante la sofferenza per l'Italia, qualche motivo per sorridere

«Sapevamo fin dall'inizio che potevamo essere eliminati, dunque abbiamo pensato di creare un programma piacevole, non solo legato al calcio, con un clima familiare e divertente, raccontando anche le storie dei calciatori. E siamo contenti di essere riusciti a soddisfare gli spettatori».

Meno contenti i tifosi.

«Mi è sembrato di guardare un film horror alla Dario Argento. Gli italiani ci sono rimasti male perché hanno visto una squadra senza cuore, senza orgoglio per la bandiera. Spalletti dovrebbe farsi da parte, è un grande allenatore ma con un carattere complicato. Non solo ha fallito dal punto di vista tecnico-tattico e come selezionatore ma soprattutto non è riuscito a creare un gruppo coeso».

Quindi come lo vede il futuro degli azzurri?

«Io spero nelle mani di Ancelotti, che torni in Italia ad allenare la squadra del suo Paese. Se Spalletti è Dario Argento, Ancelotti sarebbe Sergio Leone. Ma mi piacerebbero anche Ranieri o Allegri. La nostra non è una squadra di brocchi e bisogna puntare sempre di più sul vivaio dei giovani. Ed è altrettanto importante che si faccia chiarezza al vertice del governo del calcio per non rischiare di restare fuori dai Mondiali per la terza volta».

Se l'Italia era spompata, altre squadre hanno vissuto brutti momenti.

«Prendiamo la nazionale francese che arrivava favorita. Lo strascico delle prese di posizioni politiche ha creato una frattura all'interno della squadra. Le dichiarazioni forti del capitano Mbappé contro la Le Pen durante la campagna elettorale non sono state vissute bene da tutti i compagni e quindi, a mio avviso, hanno avuto una ripercussione negativa. In sostanza: la politica deve restare fuori dallo sport, che ha valori superiori a ogni ideologia».

E il futuro dello sport in Rai, rimasta con poco calcio?

«I costi dei diritti non sono sostenibili per una tv pubblica.

Importante, allora, è lavorare di fantasia, costruire programmi attorno a quel che non si ha, raccontare le storie degli atleti come fatto con Domenica Dribbling che mi piacerebbe riproporre. Ora, comunque, pensiamo alle Olimpiadi e Paralimpiadi che la Rai seguirà per 360 ore totali».

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