Un'altra gara fantasma. Lazio-Toro storia diversa. Calcio fermo alle parole

I granata non vanno all'Olimpico bloccati dalla Asl. Ma c'è differenza con Juve-Napoli

Un'altra gara fantasma. Lazio-Toro storia diversa. Calcio fermo alle parole

Stessa scena, diverso teatro. E ancora una gara fantasma. Come accaduto a Torino il 4 ottobre scorso quando - arbitro Doveri - la Juve si presentò in solitudine all'Allianz Stadium con il Napoli rimasto in Campania dopo la positività di Elmas e Zielinski, ieri all'Olimpico c'era una sola squadra (la Lazio) insieme al fischietto Piccinini. Che dopo i canonici 45 minuti di attesa degli avversari di turno (il Torino, mai partito in direzione Capitale per il blocco deciso dalla Asl a causa di dieci positività, otto giocatori) ha decretato direttamente negli spogliatoi la mancata disputa della partita. Con Simone Inzaghi che, in maniera forse provocatoria, aveva annunciato un undici con tanti titolari fuori.

Ma il parallelismo tra le due gare fantasma si ferma qui: a livello di giustizia sportiva, non si arriverà di sicuro al terzo grado ma l'impressione è che già nel primo possa essere partorita una decisione che porterà a una ricalendarizzazione della gara. Prima data utile il 7 aprile nel caso, quasi certo a meno di miracoli a Monaco, dell'uscita della Lazio dalla Champions.

Nelle ore di vigilia del Lazio-Torino che non c'è si passa dalle frasi del presidente Figc Gabriele Gravina - in visita all'istituto Spallanzani, la struttura sanitaria di riferimento per i match dell'Europeo che si svolgeranno a Roma - che parla di «oggettiva impossibilità di disputare la gara, non rispettare quanto stabilito dalla Asl può portare a responsabilità penali» alla decisione del consiglio di Lega convocato d'urgenza di non rinviare la gara di Roma, come già stabilito dai club lunedì sera. C'è un protocollo da rispettare, che forse andava ritoccato già dopo la sentenza su Juve-Napoli o almeno prima che la nuova ondata di Covid avvolgesse il paese. Si era parlato, su suggerimento della Federmedici sportivi, di una centrale unica dei tamponi, di bolle, persino di una struttura di coordinamento con il ministero della Salute per evitare difformità di decisione da parte delle Asl. Tutto rimasto su carta. «La decisione del Consiglio della Lega di Serie si commenta da sola - così il presidente del Torino Urbano Cairo -. Non si difende il campionato non prendendo atto della realtà oggettiva. Ora aspettiamo il giudice sportivo (che si pronuncerà venerdì, ndr) e vediamo cosa deciderà. Faremo tutti i ricorsi possibili».

Intanto ieri nella città della Mole non si sono registrati altre positività nel gruppo squadra del Torino, che oggi potrà tornare a lavorare in maniera normale. I calciatori della Lazio invece si sono presentati all'Olimpico, arrivando allo stadio con mezzi privati e non con il pullman della società. «Noi abbiamo rispettato il regolamento - così il ds biancoceleste Tare -. Vanno messi da parte gli interessi personali, noi volevamo giocare anche se non ci conveniva.

Io non devo capire il Torino, devo solo rispettare le decisioni della Lega di A. E non ci è stato proposto di giocare domani (oggi, ndr)». La parola va ora alla giustizia sportiva. E in Lega già si sfoglia il calendario...

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