È un'Italia da dimenticare: lenta, svogliata e imprecisa

Azzurri sovrastati nel gioco e sul ritmo a Recife dalla Costarica. Serata negativa per tutti. Male Balotelli che spreca due chances, ma anche in difesa la Nazionale non convince

È un'Italia da dimenticare:  lenta, svogliata e imprecisa

Lenta, svogliata, senza idee e per giunta imprecisa. Difficile dire cos'abbia funzionato a Recife. L'Italia si scioglie nel catino bollente dell'Arena Pernambuco. Sul banco degli imputati finisce Cesare Prandelli che «tocca» l'impianto della sua Nazionale che così bene aveva impressionato all'esordio contro gli inglesi. Fuori Verratti, pedina fondamentale del centrocampo per il tiki taka azzurro, e dentro Thiago Motta. Ma il naturalizzato mette in mostra tutti i suoi limiti, fisici e di passo, e finisce ben presto schiacciato nella tonnara organizzata dalla Costarica a centrocampo.

Proprio in mezzo l'Italia soffre di più. Pirlo e De Rossi sono quasi spaesati, il bandolo della matassa resta nei piedi dei playmaker azzurri soltanto nel primo tempo. E qui nascono le uniche due occasioni per la Nazionale. Ma Balotelli sulla prima opportunità, lanciato tutto solo alle spalle dei difensori avversari, è impreciso nel controllo e sbaglia il colpo sotto a tu per tu con Navas. E nella seconda chance calcia forte dal limite, ma il portiere avversario non si fa sorprendere.
Bocciata la fascia destra, rivoluzionata da Prandelli. Abate spinge poco e copre male, Candreva è il fantasma del giocatore brillante ammirato con gli inglesi. Dall'altra parte Marchisio è troppo distante da Balotelli e a centrocampo non si fa sentire a dovere. Il povero Darmian, comunque discreta la sua prova, tenta qualche sortita ma non riesce a incedere veramente. Negativi anche i cambi. Cassano, dentro all'inizio della ripresa, non accende mai la luce, sbagliando sempre l'ultimo passaggio. Mentre Insigne, così come Cerci per il poco che si è visto, non riesce mai a saltare l'uomo creando superiorità numerica. Anzi, finisce spesso in fuorigioco e spedisce alle stelle l'unica palla decente dal limite dell'area. L'Italia balla paurosamente anche dietro. Fuori Paletta, rispetto all'Inghilterra, ma lo spostamento di Chiellini al centro non è il toccasana alle incertezze dell'esordio. Lo juventino non garantisce sicurezze e, sul finale del primo tempo, prima rischia il rigore (è l'arbitro Osses a graziare gli azzurri) e poi si dimentica Ruiz sul secondo palo e l'ala del Costarica punisce Buffon con uno splendido colpo di testa. Anche il portierone azzurro, al rientro dopo l'infortunio, fa provare qualche brivido di troppo, specialmente sulle uscite.

La vera nota dolente è la condizione fisica. L'Italia, tutta, è apparsa svuotata e senza energie, con un secondo tempo che invece di trasformarsi in un assalto all'arma bianca, come era lecito attendersi, è rimasto una collezione di «vorrei ma non posso». Ora per martedì bisogna ricostruire fiducia e soprattutto un ritmo alto.

Con l'Uruguay si rigioca alla stessa ora e la Celeste non ha niente da perdere. Sarà una gara da «vinci o muori». E gli azzurri farebbero malissimo a pensare di passare accontentandosi del pareggio. Gestire, si è visto stasera, non paga. Mai.

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