Milano. Sembra un secolo fa e invece è accaduto solo poco più di un anno prima. Riferimento esplicito alla finale europea dell'11 luglio 2021 con l'Inghilterra domata al culmine dei supplementari e dei rigori, con parata decisiva di Donnarumma il quale nemmeno si accorse dell'importanza dell'evento. Questa Italia di Roberto Mancini che stasera a San Siro deve affrontare ancora una volta l'Inghilterra per evitare il rischio di finire nella serie B della Nations league ha pochissimo di quella Nazionale gagliarda e tosta che venne celebrata dal Belpaese. Di mezzo c'è stato il mancato mondiale che è una sanguinosa ferita ancora aperta. In aggiunta sono arrivati alcuni episodi sgradevoli per i quali si è fatta fatica a parlarne in pubblico. Ieri il ct, a Coverciano, prima di trasferirsi a Milano, ha vuotato il sacco. Finalmente. E con una frase («bisogna volere la maglia azzurra sempre, non a mesi alterni») ha di fatto spiegato indirettamente le mancate convocazioni di almeno tre, i laziali Lazzari e Zaccagni e il romanista Zaniolo, protagonisti di una fuga dal ritiro azzurro col pretesto di qualche modesto acciacco.
Un altro incidente diplomatico fresco fresco è quello procurato da Bonucci a proposito di Donnarumma, fischiato a San Siro e probabilmente destinato a ricevere identico trattamento dai 40mila (modesta prevendita) di stasera. «Quelli che fischiano Gigio sono persone senza cervello» la frase offensiva del capitano di Juve e club Italia rivolta al pubblico milanese. La conferma che di questi tempi Bonucci, nella comunicazione, è come la Juve: non ne azzecca una! Allo scivolone di Bonucci ha posto rimedio lo stesso ct con un rammendo degno della migliore sarta. «Chi fischia lo fa perché magari si sente tradito e ci sta, il suo addio al Milan è stato vissuto come un tradimento!» la correzione del tiro che ha così ripristinato un vecchio assioma, «libero fischio in libero stadio».
Come si può capire, la preparazione a questa sfida non è stata delle più spensierate perché scandita anche da una striscia di defezioni a cominciare da Pellegrini e Politano per finire ieri con quella di Tonali («non si è mai allenato con noi» il report di Mancini). A questo punto c'è solo da sperare in un ruggito della vecchia guardia (Bastoni, Jorginho, Barella, Immobile) e nella scelta felice del terzo centrocampista (Pobega o Cristante) da affiancare ai veterani del ruolo. Non abbiamo attaccanti in grado di soddisfare le esigenze della Nazionale, è verissimo.
E magari scopriremo tra San Siro e Ungheria che il trasferimento di Scamacca in Premier league non ha prodotto quei miglioramenti attesi. Ha giocato poco, molto poco, nonostante sia stato pagato 40 milioni a conferma che il nostro calcio va a una velocità (più intensità) nettamente inferiore rispetto a quella inglese. Stasera potremmo averne una riprova.
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