Uomini jet furiosi: "Non siamo alpinisti"

I discesisti si ribellano, pista da ridisegnare. Paris: «Mi sento Messner»

Uomini jet furiosi: "Non siamo alpinisti"

Cortina d'Ampezzo Eccoci al fine settimana dedicato alle discese, oggi donne senza la numero 1 della stagione Sofia Goggia e con Lara Gut-Behrami super favorita per l'oro, domani uomini, su una pista inedita che ieri è stata testata per la prima volta dai migliori velocisti del mondo. Purtroppo, il loro primo impatto con la Vertigine è stato a dir poco disastroso. Se giovedì nella gara di superG la tracciatura aveva messo in difficoltà e fuori gioco i primi quattro al via, ieri è andata molto peggio. Le porte sistemate dall'ex discesista austriaco Hannes Trinkl, giudice arbitro della Federazione internazionale per le discipline veloci, hanno creato problemi e polemiche a non finire. Quasi la metà dei 48 iscritti ha saltato porte. Non bastasse, la partenza, a 2400 metri sotto la muraglia delle Tofane, può essere raggiunta solo dopo una scarpinata ripidissima su circa 200 gradini, con gli ultimi talmente alti da richiedere passi da gigante. Considerando che in partenza ci si deve andare con sci da gara pesantissimi, spesso più di uno per poter scegliere all'ultimo momento quale usare, immaginate lo sforzo per gli skimen, specialmente quelli che seguono più di un atleta. Morale: i musi lunghi all'arrivo non si contavano, con qualcuno bravo a metterla sul ridere, ad esempio Paris («mi sono sentito come Reinhold Messner sull'Everest»), altri a definire questo sforzo pre gara eccessivo e non sano per i muscoli. Ma è sulla tracciatura e sulla conformazione della pista che si sono scatenati i commenti più critici. Kjetil Jansrud, campione del mondo in carica e uomo alquanto pacato, non le ha mandate a dire: «Non me la prendo con la Fis, ma con chi ha pensato e disegnato questa pista sulla montagna. Le manca la naturalezza di una discesa, il salto Vertigine così com'è ora non ha senso, la tracciatura della prima prova voleva solo evitare che succedesse qualche incidente, ma ci fanno prendere velocità con quel lancio in cima ai 200 gradini e poi ce la fanno perdere in quattro curve per non farci saltare: sarebbe come se in un circuito di Formula 1 mettessero due tornanti secchi dopo un rettilineo in cui viaggi a 350 all'ora». Per Dominik Paris, ieri il più veloce ma solo sulla carta, visto che ha saltato ben due porte, «questa discesa gira troppo, è impossibile stare dentro senza frenare e quasi fermarsi, ci sono angoli impossibili». Appena tagliato il traguardo della prova, Beat Feuz, il numero 1 della disciplina e rappresentante degli atleti per questa gara, ha preso in mano una radio e chiamato Markus Waldner (giudice arbitro supremo della Fis) dicendogli «dobbiamo parlare». Lo hanno fatto e a fine mattina Markus ha fatto sapere che il tracciato cambierà: «Abbiamo voluto provare la pista tenendo margini di sicurezza per capire come adattarla meglio alla velocità».

Il

vero problema è che le gare test previste lo scorso mese di marzo alle finali di coppa del mondo saltarono per la pandemia. Correre ai ripari ora si può, tracciata come si deve questa pista può essere molto spettacolare.

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