Qui non parliamo di campioni a fine corsa. Come Shevchenko e Kakà, per dire del Milan, o degli juventini Cannavaro e Buffon, tutta gente andata all'estero e poi tornata nella squadra dove aveva vinto praticamente tutto. Qui parliamo di calciatori pentiti, ancora assolutamente in carriera, come il campione del mondo Griezmann, andata e ritorno dall'Atletico Madrid via Barcellona (non un flop ma quasi), o lo juventino Bonucci, per 9 mesi modesto capitano del Milan (una delle tante assurdità della gestione Fassone & Mirabelli), prima di rientrare a Torino e tornare a essere colonna in bianconero. E infine il più clamoroso dei casi, per ora solo annunciato, ma a breve presumibilmente realtà: Romelu Lukaku, Milano-Londra-Milano in 12 mesi.
Sono i nuovi pentiti, quelli che tornano dove erano partiti perché la nuova meta si dimostra ostile. Anche Griezmann e Bonucci rinunciarono a qualcosa, in denaro, pur di tornare a casa. Lukaku più di tutti, almeno 3 milioni netti, ma già così l'operazione per l'Inter è al limite del sostenibile e se non ci fosse stato il sacrificio diretto di Big Rom, oltreché dei 2 club, l'operazione non si sarebbe mai nemmeno ipotizzata. «È una pista percorribile, ma ci sono degli ostacoli e bisogna valutare bene come raggiungere il traguardo», raccontava ieri Marotta a Radio Anch'io.
L'operazione è onerosa per tutti. Per il Chelsea, che un anno fa ha pagato Lukaku 115 milioni e quindi ogni stagione ha 23 milioni di quota ammortamento. Per l'Inter, che sperava di prendere il giocatore senza sborsare un euro, ma ha capito subito che non sarebbe stato possibile. Ora Zhang deve dire sì a 10 milioni chiesti dal Chelsea, cui bisognerà sommare i circa 12 che costerà al lordo l'ingaggio dell'attaccante (e meno male che c'è il Decreto Crescita). Lo farà, dirà sì, anche se sono 22 milioni per 1 sola stagione, e poi l'anno prossimo si vedrà. Non proprio una passeggiata per un club che ha come duplice obiettivo abbassare il monte ingaggi del 15% e chiudere la campagna di trasferimenti con almeno 60 milioni di attivo.
E mentre Inzaghi rinnova fino al 2024 (già oggi l'annuncio?), considerando che appena chiuso l'affare-Lukaku, Marotta tornerà al tavolo con Antun per definire la questione Dybala (è in ballo soprattutto la commissione da riconoscere all'agente) è difficile credere che basterà vendere Skriniar al PSG, come sempre ieri ha fatto intendere l'ad nerazzurro. «Questo è un mercato dove è molto più difficile sostituire un attaccante rispetto a un difensore e probabilmente sarà questo il settore in cui dovremo agire», ha spiegato. Piace Bremer, ma per ora costa troppo.
Fatti i conti, il modo più semplice per rientrare delle spese e riequilibrare i conti, sarebbe per l'Inter vendere Martinez, ma sulla questione oggi, anzi ieri, Marotta è lapidario:
«L'obiettivo è costruire una squadra forte, Lautaro è un elemento indispensabile per perseguire questi obiettivi». E al momento peraltro, l'offerta irrinunciabile non c'è. Resta da capire cosa accadrebbe nel caso in cui arrivasse.
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