Vale, il lungo addio: "Sono a fine corsa. Che tristezza, però ci siamo divertiti"

"Ho iniziato in un altro secolo, sono maturato. Grazie ai miei fan". Dal 2023 la Ducati sarà fornitore unico del Campionato Moto E

Vale, il lungo addio: "Sono a fine corsa. Che tristezza, però ci siamo divertiti"

«Quando si arriva alla fine, è sempre triste, ma ci siamo divertiti». Valentino Rossi riassume una carriera stellare con una semplicità disarmante. La leggerezza, il sorriso, il volto da eterno Peter Pan sono il marchio di fabbrica che hanno reso il nove volte campione del mondo una leggenda. «Il messaggio per i miei fan è semplicemente: grazie - sorride il Doctor - ho ricevuto così tanto supporto dagli appassionati in Italia e ovunque nel mondo. Ho avuto una lunga carriera e adesso mi gusto le ultime tre gare». Non c'è spazio per la parola addio nel magico mondo di Valentino Rossi. Le domande sono incalzanti durante la conferenza stampa di Misano, giornata densa di appuntamenti come il sorprendente annuncio che a partire dal 2023 Ducati sarà il fornitore unico del Campionato MotoE.

Il Doctor resta concentrato sul presente. Nessuna sfumatura nelle sue parole tradisce la malinconia di un fuoriclasse vicino ad appendere il casco al chiodo. «Sì, la distrazione può essere tanta, soprattutto nel Gran Premio di casa. L'obiettivo di un pilota resta sempre il risultato della gara. Tutto il resto (compreso le attività media e di PR) viene dopo. Certo, mi piacerebbe fare un bel risultato domenica, ma ci sono sempre tante variabili a partire dal meteo considerato che siamo ad ottobre. Mi piacerebbe una gara asciutta. Il risultato?», Valentino prende tempo. In passato non avrebbe indugiato: 9 titoli mondiali, 115 gare vinte, 235 podi sono numeri che parlano da soli. Ma gli anni si fanno sentire (42), per cui accenna brevemente: «Finire nella top 10». E a chi gli chiede se sarà particolarmente emozionante correre per l'ultima volta davanti al suo pubblico sul circuito dedicato all'amico Marco Simoncelli, Valentino smussa i toni: «È strano correre due volte sulla stessa pista. Prima non succedeva, è il risultato del calendario cambiato per la pandemia, ma certo è un'altra occasione per dire ciao al mio pubblico. Domenica sarà un momento toccante, ma per me resta un weekend normale. Sono una pilota e resto concentrato. Lo richiede la MotoGP, una moto più controllabile grazie all'elettronica, ma comunque molto potente e velocissima».

Con all'attivo 26 stagioni vissute a tutto gas, i bilanci però sono inevitabili. «Come voglio essere ricordato? Per gli sportivi è naturale separare la sfera intima, da quella pubblica. Voglio essere ricordato con un buon pilota che ha fatto dei bei risultati, che ha amato profondamente correre e ha fatto divertire le persone». Rossi si porta a casa i valori più profondi e genuini dello sport. «Ho cominciato nel motomondiale che era il 1996, un altro secolo: oggi ho 42 anni e mezzo. È una vita che corro.

Quando insegui una passione e ti dedichi completamente ad uno sport sin da bambino, cresci insieme e apprendi delle lezioni di vita. Sulla moto sei solo, ma dietro hai un arcobaleno di persone: un team di professionisti. Io ho imparato a lavorare in squadra, sono maturato, cresciuto». risponde il ragazzino diventato uomo.

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