nostro inviato a Londra
Guardate gli occhi di Valentina e Federica, capirete tutto. Questa è un'Italia affamata. E loro, che già hanno vinto tanto, più degli altri. Non pensate ad un'Italia del tacco a spillo, piuttosto un'Italia del mordi e vinci. Poi, certo, le speranze saranno più delle dolcezze, le illusioni più delle certezze. Meglio darsi all'ottimismo, almeno nello sport. Anche se in gara è difficile bluffare. Puoi nasconderti nel gioco di squadra, molto meno nello sport individuale. Diciamo 30, come il numero delle medaglie che farebbero dell'Italia una nazione in controtendenza su tutto il resto del paese. Ma la realtà potrebbe essere meno generosa. Questa Italia si presenta a Londra con minor numero d'atleti rispetto a Pechino, con qualche punta in meno e qualche scommessa in più. A Pechino toccò 27 podi, qui ipotesi e pronostici la accreditano di un bottino fra le 26 e le 33 medaglie. Studi comparati sull'andamento dei mondiali nelle varie specialità arrivano a 32 medaglie,con ben 12 ori. Meno atleti più medaglie, sarebbe un'equazione da miracolo sportivo. Siamo abituati, ma c'è un limite anche alla Provvidenza.
Dunque stamane diamo un'occhio alle facce di Valentina Vezzali e Federica Pellegrini. E tocchiamo ferro. Cercano medaglie da Olimpo degli intoccabili. Valentina si giocherà tutto e subito. Federica entrerà in acqua per una sola frazione a staffetta in attesa dei 400 stile libero di domani. Ingiusto chiederle troppo, basterebbe una medaglia a giustificare quattro anni vissuti strepitosamente. Tra oggi e domani scenderà in campo la squadra che modellerà la faccia dell' olimpiade azzurra. Il dream team del fioretto nella prova individuale, che potrebbe valere anche tre posti sul podio, tiratori e arcieri, ciclisti e cicliste, Scozzoli nei 100 rana. Chissà mai gli staffettisti della 4x100 stile libero (partono da un ipotetico 5° posto). Ci saranno le due damigelle del tuffo sincronizzato. Cagnotto e Dallapè forti di un titolo europeo e del fatto che ai Giochi le cinesi possono occupare un solo posto sul podio.
Presto fatti i conti della speranza: nuoto di fondo e canoa, canottaggio e giochi di squadra, vela e ginnastica ritmica, i pugili si presentano in gruppo. Ma è meglio tenere d'occhio il gigantone Cammarelle. I ragazzi del pugno sono ormai professionisti travestiti. Alcuni alla terza Olimpiade. Una volta facevamo questi discorsi sui russi.
Questa è un'Italia in cui credere, magari soffrendo ma senza lasciarsi trasportare nell'irreale. Mai nulla potrà nascondere vizi e difetti, mancanza di impianti e talenti, istruttori malpagati e talvolta poco aggiornati ai tempi. Allenarsi all'estero, vivere altre dimensioni, aiuta a capire quanta strada ci manca. Oggi i tecnici studiano il nostro settebello campione del mondo di pallanuoto, così come tanti hanno cercato di copiare la scuola di scherma. Il nuoto ha dimostrato che ricerca costante, e in profondità, serve a scoprire talenti. L'atletica, che avrà la sua polizza solo nel marciatore Alex Schwazer, rischia di finire in un buco nero. Non c'è disciplina con un mondo così vasto e competitivo: spuntano atolli di successo dal suo mare immenso. Ad ogni Olimpiade prende forma un mappamondo sempre più impensabile. L'atletica leggera è lo sport della democrazia: quello dove tutti possono raggiungere l'attimo di gloria. Da noi rimane un castello arroccato nella vetustà. Specchio del nostro sport, salvo eccezioni.
Oggi crediamo più nelle donne che negli uomini. Dunque giusto partire con la Vezzali che insegue la sua immensità, ovvero il quarto titolo olimpico di fila. L'Italia difenderà il posto nel medagliere globale. La Cina è vicina, ormai troppo vicina.
Al prossimo giro olimpico ci mangerà sul medagliere (385 podi contro i nostri 522). Quest'anno se la giocherà a chi ne raccoglie di più con gli Stati Uniti. Noi puntiamo tutto sul 30, anzi se così andasse sarebbe un 30 e lode. A prescindere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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