Sul monte ventoso un refolo di vento, uno spiffero fastidioso sfiora per un attimo la mente del bimbo in maglia gialla. È un attimo, giusto il tempo di comprendere che forse è meglio non seguire il ritmo forsennato imposto dal 24enne danese Jonas Vingegaard - il vice Roglic, ritiratosi qualche giorno fa per le conseguenze di una caduta - e alzare per un attimo il piede dall'acceleratore. Tadej Pogacar ha la capacità di capire la situazione e non farsi trascinare dal vento danese sul Monte Ventoso. Lo sloveno si lascia per un momento andare per poi riprendersi come un aquilone e riacciuffare nel finale anche Vingegaard: alla fine sarà quarto.
Sul monte visibile (ventur, in occitano), si mette in bella mostra il campione del Belgio, con la sua maglia tricolore: Wout Van Aert. Vittoria costruita sin dal mattino e portata a casa con la pazienza di chi sa il fatto suo. «Forse il più bello della mia carriera su una delle salite più iconiche del ciclismo», dice lui al quarto successo in Francia, uno dei corridori più vincenti dell'ultima generazione, capace di far suoi tre titoli mondiali di ciclocross oltre a tre coppe del Mondo, e classiche Monumento come la Sanremo, o gare di prestigio e tradizione come Strade Bianche, Gand-Wevelegem e Amstel Gold Race.
La prima metà di gara è caratterizzata da saliscendi più dolci, ed è animata da uno scatenato Julian Alaphilippe: il portacolori della Deceuninck QuickStep, idolo di casa, campione del mondo in carica e vincitore della prima tappa di questa edizione della Grande Boucle, è il primo ad attaccare e ad infiammare la prima parte di corsa. A decidere l'esito della tappa, però, è il secondo passaggio sul Ventoux, "quello vero", dal versante di Bedoin. Attacca Elissonde e Wout Van Aert lemme lemme quatto quatto si fa sotto: dopo 6 chilometri di salita il campione belga lo riprende e lo saluta definitivamente: lo rivedranno solo sul podio di Malaucène. Gli ultimi 22 chilometri in picchiata vivono su due fughe finali parallele: quella di Van Aert e quella di Vingegaard, che alla fine viene raggiunto da Tadej Pogacar, Rigoberto Uran e Richard Carapaz.
Nel giorno del Gigante della Provenza e dei giganti, il nostro ciclismo si dimostra nuovamente lillipuziano. Mattia Cattaneo arriva 16° e risale una posizione in classifica generale (11°), ma quel che preoccupa è Vincenzo Nibali in chiave Giochi di Tokyo. Era stato proprio il siciliano a dare appuntamento sul Monte Ventoso per una prova generale e, invece, lo si nota solo per la sua assenza. Davanti per tutto il giorno tre compagni di squadra, due dei quali chiudono in seconda e terza posizione, lui non pervenuto.
Arrivo 11ª tappa Sorgues-Malaucene: 1) Van Aert (Bel, Jumbo) km 199 in 5h 17'43'' (media 37,562), 2)
Elissonde (Fra) a 1'14'', 3) Mollema (Ola) st, 4) Pogacar (Slo) a 1'38'', 57) Nibali a 24'38''. Classifica: 1) Pogacar (Slo, Uae) in 43h 44'38'', 2) Uran (Col) a 5'18'', 3) Vingegaard (Dan) a 5'32'', 4) Carapaz (Ecu) a 5'33''.
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