Carlos Tevez è nato per i derby. A Buenos Aires difendeva i colori del Boca nel Superclasico col River Plate. Poi l'Apache ha assaporato le stracittadine di mezzo mondo. San Paolo, Londra, Manchester. Fino a Torino. Lasciando spesso il marchio della sua tribù. È lui il re della Mole, dopo la prodezza che consegna alla Juve la sesta vittoria consecutiva nei confronti diretti col Toro. E pazienza se è uscito con un dito della mano rotto e la borsa del ghiaccio sul ginocchio.
«Sono felice - spiega Carlitos nel dopogara -. Sapevamo che il Torino è una buona squadra e che ci avrebbe fatto soffrire. Specie nei primi 25' abbiamo patito la loro intensità, ma poi siamo riusciti a segnare appena sono calati un attimo. Il mio gol? Un gran gol. Ho esultato mimando una trombetta? Sì, per un amico che sta in Argentina».
In un 1-0, però, non è solo l'attacco a godersi la festa. Dal 2002 la Juve non prende gol in un derby. Molto del merito ce l'ha anche Gigi Buffon, che di sfide col Toro in questi dodici anni tra i pali bianconeri, ne ha giocate parecchie. «È stato un derby vero, all'inglese. Merito anche dell'arbitro, mi è piaciuto. I granata ci hanno messo in difficoltà, ma Tevez con un colpo da campione si è preso i tre punti. L'intervento di Pirlo su El Kaddouri? Per come l'ho visto io dalla porta non è stato un contatto da rigore».
In casa Torino non la pensano allo stesso modo. Dopo il gol di Pogba viziato da fuorigioco che ha deciso la gara d'andata, ora un altro episodio contestato. Giampiero Ventura, tecnico dei granata, non la manda giù. «La Juve è la squadra più forte del campionato, specialmente in questo stadio. Ma nel secondo tempo non ha mai tirato in porta. Il rigore su El Kaddouri? Credo sia evidente. E ci metto anche il fallo di mano di Vidal che poteva costare al cileno il secondo giallo e quindi l'espulsione. Ma il vero rammarico non è sulle scelte di Rizzoli, piuttosto non portare a casa punti dopo aver messo in imbarazzo questa Juve. Anche nel primo tempo abbiamo creato tre o quattro situazioni interessanti, ma non le abbiamo sfruttate».
Sull'altra sponda, Antonio Conte ha una visione diversa della gara. «Siamo stati tatticamente perfetti, bloccando i loro punti di forza. Cuore caldo e mente fredda, come serve in un derby. E infatti il Toro non è mai stato davvero pericoloso. Gli episodi arbitrali? L'arbitro poteva ammonire El Kaddouri per simulazione o dare rigore. Per fortuna ha deciso bene. Ora abbiamo undici punti in più dello scorso anno, ma con questa Roma alle spalle sono meno tranquillo che in passato. I giallorossi mi ricordano la mia Juve di due stagioni fa».
Aldilà delle diatribe da campo, Juve e Toro coltivano buoni rapporti sul mercato. Immobile è la prova.
Il suo cartellino è a metà tra bianconeri e granata e l'ad bianconero Marotta lascia aperta ogni possibilità per il futuro. «Abbiamo diverse posizioni come quelle di Ciro. Giovani bravi, ma non potremo avere 10 punte l'anno prossimo. Intanto monitoriamo Immobile di domenica in domenica. Può succedere di tutto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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