Vettel regala mezzo sorriso «Si è acceso l'interruttore»

Marchionne aveva chiesto di togliere "il sorriso ai capi Mercedes". La Ferrari è a metà dell'opera

Vettel regala mezzo sorriso «Si è acceso l'interruttore»

Mezzo sorriso. Uscendo da Monza con addosso tutta la delusione e la rabbia del mondo, il presidente Marchionne aveva chiesto ai suoi uomini di togliere certe ilari espressioni dal viso dei capi tedeschi. Ieri, nella notte di Singapore, è stato accontentato a metà. Il resto del make up è atteso per oggi. Pole Ferrari numero tre della stagione e quarta di Seb nella Città Stato, la numero 49 in carriera. Soprattutto, pole più importante dell'anno, sottolineata dalla felicità del campione e dagli occhi lucidi appena tolto il casco. Perché «ora la Ferrari è nel posto che si merita», perché ci sono tre punti fra lui e il leader del mondiale Hamilton e 7 Gp per passarlo e distanziarlo. Tanto più che fra Vettel davanti a tutti e Lewis in terza fila, quinto tempo a 0''63, ci sono Verstappen a 0''32, Ricciardo a 0''35 e Raikkonen quarto a sei decimi. A Budapest Kimi destinò le speranze di vittoria alla causa di Seb e in cambio ottenne il rinnovo del contratto; qui, oggi, dopo la brutta gara di Monza, dovrà dimostrare di esserselo meritato, tenendo dietro il campione inglese.

«È come se la mia auto avesse preso vita all'improvviso», ha detto Seb felice come una pasqua, quasi avesse già vinto. «Non sapevo proprio dove trovare il secondo e mezzo che mancava. Ma i ragazzi hanno fatto un gran lavoro ed è come se un interruttore si fosse acceso tra q2 e q3. Sono stato anche fortunato visto che nell'ultimo tentativo ho toccato violentemente il muretto...», la confessione del ferrarista. Ben altro umore quello di Hamilton che adesso avrà extra lavoro al via: «Non mi aspetto mai di essere quinto in griglia. Pensavo di trovare delle Red Bull molto veloci, ma le Ferrari no. Invece sono state eccezionali, non eravamo al loro livello. È frustrante, perché più di così non potevo fare».

A Maranello e nel box del Cavallino si torna dunque a respirare mentre prosegue la lunga partita a ping pong tra Ferrari e Mercedes iniziata a marzo in Australia. A seconda delle piste c'è infatti una monoposto che mena sberle e l'altra che le subisce o gioca in difesa. Dopo il tonfo di Monza (aggravato dal poco lavoro di set-up causa pioggia) aveva inquietato i ferraristi il ricordo di certe frasi pronunciate da Toto Wolff all'indomani di Budapest. Secondo il boss Mercedes i tecnici avevano finalmente capito i motivi di certe prestazioni altalenanti della loro monoposto. I 6 decimi presi ieri da Lewis, per non parlare del secondo e tre incassato da Bottas, dicono il contrario. Non è cambiato nulla. Passo lungo tedesco e passo relativamente corto italiano, questa rimane la chiave: una sfida fra chi privilegia piste veloci e a basso carico e chi le altre. Progetti differenti. Per cui la partita di ping pong proseguirà colpo su colpo con le Rosse favorite oggi pronte a regalare l'altro mezzo sorriso al presidente e però in leggera difesa in Malesia dove dovrebbe venire loro in soccorso l'introduzione dell'ultimo motore (Mercedes l'ha schierato a Spa).

Anche perché poi arriveranno tracciati più da Mercedes come Giappone, Usa e Messico, mentre Brasile e Abu Dhabi dovrebbero ben adattarsi al Cavallino. Dovrebbero. Nel 2012 a Interlagos Alonso e la Rossa persero il mondiale. Nel 2010 nell'emirato Alonso e la Rossa gettarono via un titolo già vinto. In entrambi i casi, a ringraziare fu Vettel.

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