Vietato in Olanda, va in Belgio per chiamare il figlio Feyenoord

Un tifoso ossessionato dal Feyenoord racconta la sua storia di padre e di tifoso: "Ho chiamato mio figlio Bryan Feyenoord"

Vietato in Olanda, va in Belgio per chiamare il figlio Feyenoord

L'amore a volte supera ogni immaginazione. D'altronde è riasaputo che gli appassionati del pallone non conoscono alcun limite, è così da sempre e cosi sarà per sempre. Per questo motivo, di tanto in tanto, balzano sotto i riflettori mediatici storie curiose e particolari, come è accaduto ad un padre che ha deciso di chiamare suo figlio con il nome della sua squadra del cuore. E per farlo è andato letteralmente oltre ogni confine.

Dall'Olanda al Belgio per chiamare il figlio Feyenoord

E' successo che un supporter sfegatato del Feyenoord ha organizzato il parto della sua fidanzata in Belgio, dal momento che in Olanda, nella sua patria, non era consentito dare nomi bizzarri o eccessivamente fantasiosi ai propri figli. Soprattutto nel caso in cui ci fosse di mezzo una squadra di calcio, magari anche conosciuta a livello mondiale. Il super tifoso ha raccontato quanto accaduto in un'intervista riportata da Goal.com: "Nei Paesi Bassi non è possibile fare una cosa del genere, quindi ho portato la mia compagna in Belgio per il parto e per poter chiamare mio figlio Feyenoord". Stando a quanto emerso, Bryan Feyenoord, il bambino che porta il nome di una squadra di calcio, è lo stesso piccolo che in una foto scattata in Olanda sfodera un gestaccio ai tifosi avversari, ovviamente dal cuore del tifo della sua squadra.

Una storia davvero particolare e bizzarra, a tratti un po' assurda, che dimostra come l'amore e la passione per la propria squadra possano sfociare in iniziative a dir poco incredibili. La storia assume contorni sempre più strani se si pensa che il tifoso del Feyenoord, nel 2004, aveva deciso di chiamare il figlio Leonardo Santiago: "Giocava con noi e molte persone che conosco hanno chiamato un figlio così. Ma poi, cos’è successo? Il calciatore è andato via, ha lasciato la squadra, ma i bambini continuavano comunque a chiamarsi col suo nome. E in quel momento ho pensato ‘a me questo non succederà...".

Dichiarazioni che hanno fatto il giro dei social, proprio come quella famosa foto del bambino che col dito medio provocava gli avversari. Una storia assurda, ma vera. Dall'Olanda al Belgio per chiamare il figlio Feyenoord: missione compiuta per il super tifoso biancorosso.

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