nostro inviato ad Appiano Gentile
Il primo derby di Milano per Luciano Spalletti è quello delle citazioni. Lui abituato a quelli della capitale si sente subito a suo agio anche all'ombra della Madonnina: «Questa città è moderna, intelligente, mi sembra voglia proteggere le proprie tradizioni e tra queste c'è Inter-Milan. È il derby dei milanesi. Come numeri è il primo del mondo. Nella protezione di questa partita c'è anche la volontà di non lasciarlo in mano a chi vuole farne un proprio uso». Anche criptico l'allenatore nerazzurro.
Per Montella non ci sono sette punti di differenza con voi...
«Anche io sono convinto che questa classifica non sia corretta, ma hanno fatto tutto da soli».
Mirabelli invece sostiene che l'Inter deve aver paura del Milan...
«Mi sembra il prete di Frittole che dice a Troisi ricorda che devi morire, devi aver paura con il dito puntato. Mo' me lo segno».
Cosa significherebbe vincere il derby?
«Creare un tatuaggio che ti rimane addosso. Secondo me dà tre punti e un bel carico per il futuro».
Contro Montella ha sempre vinto nei tre precedenti...
«Siamo amici, siamo stati anche a cena recentemente. Non ha mai avuto ragazzi così forti come quelli che ha ora. E il Milan anche perdendo non sarebbe tagliato fuori dalla lotta per i primi quattro posti perché ha un allenatore con qualità che saprebbe riorganizzarsi».
Cosa risponde a chi dice che avete fortuna?
«La fortuna è il dividendo del sudore e della professionalità: più ci si impegna, più si è fortunati. Ma ci si dimentica dei nostri pali, della nostra sfortuna».
La sua Inter sa essere solo dominante?
«Non può essere diversamente, noi vogliamo sempre far quello, ci proveremo anche questa volta».
Il campionato si vince con la miglior difesa ripete Allegri, in questo momento è quella dell'Inter...
«È la dura legge del gol dice Max Pezzali. Ma adesso è presto per certi discorsi, perché la verità è che ci sono partite in cui abbiamo concesso troppo».
Chi può essere il famigerato uomo del derby?
«Penso che a fare la differenza sia sempre la squadra. Noi lavoriamo sul senso di appartenenza. Comunque chi è del gruppo a me sta bene. Qui tutti valgono uno». Una sorta di Inter cinque stelle.
Teme la sosta?
«Il sentimento per le proprie nazionali li fa andare oltre quella che dovrebbe essere una razionale intelligenza. Non ci possono essere alibi. Dietro le quinte sono tutti a disposizione, abbiamo una società forte. Ora la squadra deve fare la sua parte. Questa gara è importantissima. Bisogna andare oltre se stessi».
L'Inter è favorita?
«Mi sembrava si dicesse che fosse il Milan... Comunque noi non cerchiamo la svolta, ma la continuità. E sono soddisfatto della partecipazione».
Icardi non segna su azione dalla Roma?
«Mauro sembra Ibrahimovic, ha le spalle grosse così... Sa cosa fare».
Sorprese di formazione o di modulo?
«Ho molte soluzioni. Vertice basso davanti alla difesa al posto del trequartista? È possibile».
Montella si è preso il gioco, lei cosa si prende?
«I punti, se possibile».
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