MilanoL'ha svegliata il rigore di Pepito Rossi. Juan Jesus al culmine di una serata tormentata ha tirato giù Joaquin in area, ineccepibile. A quel punto è uscito tutto quanto era possibile da quel cumulo di muscoli in debito fino al pari di Cambiasso e al destro sotto misura di Jonathan. Adesso l'Inter un po' di paura la mette, diciamolo.
Prima dello svantaggio molto lenta, prevedibile, con poche idee. Mazzarri non ha osato toccare il meccanismo ma si è dimenticato almeno di oliarlo. Magari sarebbe bastato dargli un giro di vite. Gli undici di sempre sono andati a sbattere contro il doppio muro viola, lunghe fughe anche centrali e poi vista e mente annebbiate.
Una su tutte Juan Jesus che penetra nella metà campo in superiorità numerica, gli corrono al fianco Palacio, Alvarez e Jonathan sulla destra e Taider sulla sinistra, ha mille soluzioni, serve il franco algerino che calcia male, stanco, sull'esterno della rete di Neto. Aveva sradicato un pallone da applausi, è rientrato mesto mentre Giuseppe Rossi era già dall'altra parte a cercare Handanovic.
C'era già anche il centrale brasiliano, ma per lui non è stata una serata di tutto riposo. E invece anche lui probabilmente ne aveva bisogno. Dirlo poi non è bello ma se ce ne siamo accorti noi, se ne deve essere accorto anche Mazzarri che invece li ha tenuti tutti lì, mentre la Fiorentina prendeva campo, lavorava larga e ariosa quando era in possesso, si chiudeva a meraviglia nella seconda fase.
Sulla sinistra di Handanovic, Joaquinn è stato un pericolo costante, Rossi ha tenuto a bada da solo i tre centrali di Mazzarri, Mati Fernandez si è mosso sempre nei tempi giusti.
Magari Mazzarri non ha avuto ragione nell'insistere sugli stessi undici ma di sicuro aveva previsto tutte le difficoltà emerse sul campo. Comunque il primo tempo si è chiuso con un paio di interventi delicati di Handanovic su Rossi e Joaquin, Neto si è dovuto inginocchiare su un destro centrale di Nagatomo dopo pochissimi minuti, poi buio. L'Inter ha attaccato ma al momento di chiudere le gambe non c'erano, Jonathan si è incartato in area con la palla fra i piedi scatenando il pubblico di San Siro che con lui ha sempre poca pazienza. Taider si è trovato spesso in mezzo a tre, dopo il rigore trasformato da Rossi è uscito per dare spazio a Kovacic, 16' della ripresa, perché l'Inter non correva più ma aveva anche smesso di produrre il minimo indispensabile per restare a galla.
E che la Fiorentina la tenesse sulla corda era talmente palese da sembrare esagerato, sempre in due su Rossi, Juan Jesus e Ranocchia, anche a palla lontanissima. Guarin quello più in difficoltà, ma da subito, fin dai primi minuti, il colombiano ha dormito su troppe palle, si è liberato al tiro una sola volta dopo un'ora di gioco e la sua sostituzione per Icardi è stata invevitabile. A venti minuti dalla fine l'Inter era sotto per la prima volta in questo campionato, con due soli tiri in porta e zero gol, una metamorfosi esagerata.
A quel punto è partito il forcing rabbioso, l'Inter ha trovato le energie per mettere la Fiorentina fra i paletti, il gol di Cambiasso è uscito da una mischia in area, la partita si è accesa all'improvviso e nessuno poteva stare più tranquillo, da una parte e dall'altra.
E tutto questo dopo due soli cambi. Anche se dirlo dopo non è mai bello.
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