Volley: parte la resa dei conti, salta Berruto?

Reduci da un Mondiale deludente sotto ogni punto di vista, il volley azzurro si interroga sul proprio futuro. Anche la posizione di Berruto appare fortemente a rischio

Dopo il flop mondiale anche Berruto a rischio
Dopo il flop mondiale anche Berruto a rischio

Il numero 1 della pallavolo nostrana, quel Carlo Magri che guida questo mondo da 20 anni, sta probabilmente vivendo il momento più difficile della sua carriera da dirigente e dopo aver assistito alla fase finale del Mondiale maschile in Polonia (dove l'Italia ha ottenuto il peggior risultato da 30 anni a questa parte) e seguito il torneo femminile che si svolgerà in Italia a partire dal 23 Settembre, lo attendono una serie di incontri nei quali bisognerà decidere non solo il futuro della Nazionale maschile, ma di tutto il movimento italiano, che appare in profonda crisi ed involuzione.

Su Berruto non è stata ancora fatta nessuna scelta e ciò è stato anche comunicato all'interessato. Magri ha, infatti, affermato di volerlo incontrare di persona, per comprendere come sia stato possibile un fallimento simile, fallimento che il Presidente evidentemente addossa a tutti: giocatori, allenatore e lui stesso. Il problema è ora capire in che posizione del ranking del Vecchio Continente ci farà sprofondare questo Mondiale e quindi avere chiaro quanto difficile sarà la strada per arrivare alle Olimpiadi del 2016, quelle in terra carioca. Per quanto riguarda l'incontro con la spedizione azzurra, il numero 1 del volley ha confermato che tutto sarà rinviato a dopo la metà del prossimo mese, dopo la conclusione del Mondiale femminile.

A chi ha chiesto le sue dimissioni, Magri ha risposto che il problema fondamentale è fare un discorso approfondito tra tutte le componenti del volley italiano ed evitare di prendere decisioni sull'onda della delusione.

Per quanto riguarda la Nazionale, intanto, secondo alcune indiscrezioni si sarebbe creata una spaccatura nello spogliatoio e vi sarebbe stato un duro confronto tra i giocatori dopo la figuraccia in terra polacca.

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