Quella partita nel fango ​per un bambino malato

Nel gennaio del 1985 Maradona, contro la volontà della società, si è presentato in un campo ridotto acqua e fango dalla pioggia: ad Acerra il "pibe de oro" si è esibito per permettere la raccolta fondi a favore di un bambino malato. Da allora il suo rapporto con Napoli è diventato inscindibile

Quella partita nel fango ​per un bambino malato

In queste ore su tutti i media viene ripercorsa la carriera di Maradona. La morte del Pibe de Oro del resto non poteva lasciare indifferenti milioni di appassionati (e non) in tutto il mondo. La sua azione più famosa è forse quella che ha portato al cosiddetto “gol del secolo”, siglato allo stadio Azteca di Città del Messico, reso già celebre dalla “partita del secolo” giocata nel 1970 tra Italia e Germania.

Maradona in quell'occasione ha preso palla da centrocampo, ha saltato tutti i difensori avversari, portiere compreso, e nel tripudio del pubblico ha messo dentro il raddoppio della sua Argentina. Si stavano giocando i quarti di finale del mondiale di Messico 1986, l'avversario non era uno qualunque: era l'Inghilterra, nazione con la quale pochi anni prima l'Argentina si era scontrata nella guerra delle Falkland.

Una partita dunque intrisa di significati extra calcistici, per questo quel gol è rimasto nella storia. Ma un'azione del genere Maradona l'aveva portata a termine in ben altri contesti: è il gennaio del 1985, il suo Napoli sta giocando in amichevole contro l'Acerra. Anche quella non era una partita come le altre. Maradona, un anno prima del “gol del secolo”, ha preso palla da centrocampo, ha scartato tutti e poi ha segnato.

Il pubblico non era assiepato in gradinate o immense tribune, come quelle dell'Azteca. Pioveva e in tanti assistevano all'amichevole seduti all'interno delle auto parcheggiate a bordo campo. Cosa ci faceva lì il Napoli di Maradona? Come mai il Pibe de Oro stava giocando in un campetto infangato dalla pioggia attorniato da auto parcheggiate?

In realtà quella partita non si doveva disputare. Il perché è presto detto: il Napoli, non ancora pronto per lo scudetto, si stava comunque giocando un posto a metà classifica, in quel gennaio del 1985 gli azzurri potevano essere risucchiati nella lotta per la salvezza, così come in quella per l'Europa. La società, con in testa l'allora presidente Ferlaino, non voleva rischiare: in quel campo bastava una piccola caduta per infortunarsi seriamente.

L'idea di giocare ad Acerra era nata da un campano doc, in quel momento nella rosa del Napoli. Si trattava di Pietro Puzone, ottima ala che ha fatto più fortuna in Serie C che in Serie A, ma che con Maradona è diventato molto amico. Puzone era proprio di Acerra e aveva saputo di un bambino gravemente malato, bisognoso di un intervento. Da qui la volontà di organizzare un'amichevole per raccogliere i fondi necessari all'operazione. Ferlaino per l'appunto si era opposto, Maradona invece ha fatto di testa sua.

Ha pagato, come raccontano le cronache dell'epoca, dodici milioni di Lire di assicurazione e si è presentato con la maglia del Napoli ad Acerra. Le immagini su YouTube circolano ancora. Maradona, nonostante le condizioni del campo, non tirava indietro la gamba: giocava come in un campo di Serie A, si impegnava come poi si è impegnato all'Azteca l'anno successivo. E ad un certo punto ha tirato fuori un incredibile antipasto di quello che, nel mondiale messicano, è passato alla storia come il gol del secolo.

I fondi per il bambino malato erano stati raccolti, Maradona a fine partita si è

lasciato andare a foto con i tifosi usciti dalle auto. Da quel momento forse il suo rapporto con Napoli, una città in cui era arrivato da pochi mesi, è cambiato per sempre. “Diego”, per i napoletani, era diventato uno di loro.

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