Willy, "il latinista del gol" è già grande: il coraggio di fare sempre la scelta difficile

Studi liceali e il no al primo contratto da professionista per crescere

Willy, "il latinista del gol" è già grande: il coraggio di fare sempre la scelta difficile

Difficile dire se sia più bello vederlo in campo oppure sentirlo parlare. Come peraltro è difficile prevedere quale carriera farà. Ma intanto il ragazzino ha già conquistato tutti. Sono bastati pochi minuti all'esordio in Nazionale per far capire che sì, Wilfried Willy Gnonto è un giocatore vero. Un potenziale campioncino. Piano coi paragoni e pianissimo con gli elogi. A 18 anni ha bisogno di crescere, con calma, e di costruirsi una carriera. Ma il ragazzo c'è. In campo, con sgroppate e numeri da attaccante tosto; fuori con un carattere posato, parole misurate e una cultura di base di livello. Mica male.

Il latinista del gol, così lo chiamavano per la sua passione per i classici maturata al liceo. E una proprietà di linguaggio di che ne è conseguenza. Valori solidi per Willy, la famiglia prima di tutto. Papà Noel, di professione operaio, e mamma Chantal, cameriera, entrambi di origini ivoriane, lo hanno abituato a tenere i piedi per terra. Che c'entra? C'entra eccome, perché di sbarbatelli che dopo un po' di attenzione si perdono tra social, macchinoni e riflettori ne abbiamo visti fin troppi. Lui sembra diverso. «Bisogna avere coraggio», ha detto e più che uno slogan pare il mantra che lo ha accompagnato nella sua carriera. Come quando nel 2020, stellina del settore giovanile dell'Inter, disse no al primo contratto da professionista. Meglio andare in Svizzera, allo Zurigo, per poter giocare da subito con i grandi e crescere facendosi spazio. E così è stato. Due anni da protagonista, anche se non assoluto, lo hanno fatto maturare in campo e l'altra sera si è visto. Veloce e potente, a dispetto della scarsa altezza. Un po' esterno, un po' punta, capace di accendere l'azione d'attacco con strappi che fanno male.

Abbiamo trovato un campione? Presto per dirlo. Ma chi lo conosce bene non ha dubbi. «È un giocatore dalle grandi doti individuali, ma che ragiona per la squadra. È pronto per il calcio degli adulti, anche per essere protagonista in serie A», assicura Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili azzurre. «Ha un'esplosività nel saltare l'uomo che lo rende quasi imprendibile, però è uno che ragiona, sia in campo, sia fuori. È un ragazzo intelligente e serio, che si è sempre fatto voler bene in tutti i gruppi in cui è stato».

E adesso, ma solo adesso, tutti si sono accorti di lui. Ancora un anno di contratto con lo Zurigo e la corte serrata di decine di club, in Italia e all'estero. Perché noi siamo fatti così: prima nessuno lo conosceva, ora si svegliano tutti. Bravo chi riuscirà a prenderlo, ma serva di lezione per il futuro. Una partita, una giocata ed è estasi.

Ma è adesso che comincia il bello per Willy. Se trova continuità, fiducia e rimane il ragazzino semplice e posato che è, anche in azzurro ci si potrà sfregare le mani per un bel po' di tempo. Vedendolo in campo. E anche sentendolo parlare.

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