Yates "buca" la bolla Rosa e ora nel gruppo sale la paura

Il britannico positivo lascia il Giro. "I test rapidi funzionano, andiamo avanti". Ma adesso arrivano freddo e montagne

Yates "buca" la bolla Rosa e ora nel gruppo sale la paura

Oggi si sale, e sale anche la preoccupazione, il senso di accerchiamento da parte di questo dannatissimo virus che ci sta nuovamente aggredendo. Salgono i contagi, ma anche il Giro d'Italia prova a risalire la Penisola. Non è un fatto così scontato, anche se non è il caso di drammatizzare, nonostante ieri il britannico Simon Yates, sia risultato positivo al Covid-19.

«La bolla ha retto. Quello di Yates è il primo caso dopo dieci giorni ha spiegato al Processo alla Tapa Mauro Vegni, direttore del Giro - I test rapidi hanno una loro valenza, perché ci hanno permesso di fermare Simon Yates in maniera veloce; se avessimo dovuto utilizzare il protocollo dell'Uci, questa mattina (ieri, ndr) avremmo dovuto inviare a Milano i suoi test e aspettare una risposta che sarebbe arrivata dopo un giorno. Il corridore, dunque, sarebbe potuto ripartire. Con il nostro test veloce (grazie ad una convenzione con il CDI, Centro Diagnostico Italiano), invece, siamo riusciti a bloccare la situazione e a salvare la bolla».

Salgono i contagi e sale il Giro, verso Roccaraso, dove oggi si farà tappa. E un test importante per la maglia rosa Joao Almeida, Nibali, Fuglsang e compagnia pedalante.

Intanto ieri Alex Dowsett si è aggiudicato l'ottava tappa. Il britannico della Israel Start-Up Nation ha sorpreso nel finale i cinque compagni di fuga (Puccio, Ravanelli, Rosskopf, Brandle e Holmes) andando a conquistare la seconda vittoria in carriera nella corsa rosa dopo la cronometro di Saltara nel Giro 2013.

È un Giro che prova a tenersi in bolla, anche se nei due giorni tappa di Brindisi e ieri a Vieste il pubblico ha letteralmente invaso le strade. «Il nostro impegno è quello di controllare e se possibile implementare ulteriormente l'efficacia della bolla, mentre alla gente che scende sulle strade chiediamo di indossare sempre la mascherina per proteggere sé stessi e gli altri», ha aggiunto Vegni.

Ma a proposito di bolla da difendere, il caso di Yates qualche preoccupazione la da. È una prima crepa o un caso isolato? Intanto domani, giorni di riposo, tutta la carovana si sottoporrà a tamponi di rito già preventivamente programmati. Spiega sempre Vegni: «Per il giorno di riposo, invece, sarà tutto più complicato perché l'Uci ci impone in questo caso di seguire il suo protocollo: questa sera sottoporremo al test con i tamponi molecolari i corridori di una decina di squadre e nella notte invieremo i campioni a Milano per le analisi. Lunedì mattina, grazie ad un team rinforzato, completeremo i prelievi, li manderemo a Milano e attenderemo i risultati prima della partenza della tappa di martedì.

Mercoledì, invece, procederemo a nuovi controlli per tutti gli addetti ai lavori».

E poi la domanda delle cento pistole: il Giro arriverà a Milano? «Tutti noi vogliamo arrivare a Milano. Solo un eventuale intervento delle autorità ci può fermare».

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