Storia del famoso processo che ha affondato il «metoo»

Su Netflix un documentario racconta la causa Depp contro Heard. A sorpresa vinta da Johnny

Storia del famoso processo  che ha affondato il «metoo»

Ci voleva un eroe, ci voleva uno tipo Jack Sparrow (faccio un esempio non a caso), per far cadere la retorica e la caccia alle streghe del #metoo, per questo non potete perdervi la docuserie Depp contro Heard, su Netflix. Perché #metoo di qua, #metoo di là, alla fine, ci sono state solo carriere di attori maschi stroncate senza neppure un processo, memorie a scoppio ritardato di venti o trent'anni, ogni maschio un Weinstein (riguardo al quale il discorso è diverso).

Ripeto: processi zero, però non lavori più, l'ha deciso Hollywood. Con applausi delle femministe. Intanto Kevin Spacey ha vinto il processo per molestie intentatogli da quattro uomini, e speriamo adesso riprenda a lavorare (anche per noi, che vogliamo rivedere un attore fantastico come lui). Ma Depp è andato oltre, ve la riassumo brevemente tanto già lo sapete: siccome in pieno #metoo l'ex moglie, l'attrice Amber Heard, ha scritto un editoriale in cui diceva che Depp la picchiava (non facendone il nome ma era già evidente parlasse di lui), tanto per spostare i riflettori su di lei, Depp l'ha querelata per diffamazione. Sparrow ha voluto anche che il processo si svolgesse in diretta, con le telecamere, perché tutti potessero vedere chi è il carnefice e chi la vittima. Amber voleva i riflettori? Eccoteli. Tant'è che lei, chissà perché, era contraria.

Vedere il processo fa riflettere rispetto ai tanti processi che non ci sono stati rispetto alle condanne emanate da Hollywood. Non solo non c'era nessuna prova dei maltrattamenti di Depp su Heard, ma ce n'erano al contrario: Depp senza un pezzo di dito e sangue dappertutto, audio in cui lui si rinchiude in camera inseguito da lei che dice: «esci, non ti picchio più» (lei a lui, eh), foto portate come prova dalla Heard in cui Johnny dormiva («era drogato», può essere, e allora? L'hai sposato così e mica è un processo per droga), e foto di Johnny con lividi sul viso. Il pezzo di dito Depp lo ha perso perché la Heard gli ha strappato una bottiglia di vodka dalla mano e gliel'ha lanciata addosso. Se lo ricorda?, chiede il giudice. «No, non me lo ricordo». È stata mostrata come prova una palette di fondotinta, l'avvocato della Heard: «Questa, proprio questa palette, chiedo sia ammessa tra le prove, perché la signora Heard l'ha portata nella sua borsetta per tutto il tempo del matrimonio con il signor Depp per coprirsi il volto dai lividi procurati da lui». È intervenuta la casa produttrice della palette, specificando che è stata prodotta nel 2017, e i due avevano divorziato nel 2016. Ma il più bell'autogol è stato quando la Heard nomina l'ex moglie di Johnny, Kate Moss: «Avevo paura di essere buttata giù dalle scale come è successo a Kate Moss». Sparrow sorride beffardo e gli avvocati ridono e manca poco a un batti cinque. A questo punto l'accusa può chiamarla a testimoniare, e Kate Moss dichiara sotto giuramento che non è mai stata sfiorata da Depp e che dalle scale è caduta da sola, scivolando.

Quello che ha fatto Johnny Depp deve essere un esempio, un conto sono le molestie reali (sempre da verificare, sembra quasi che accadano solo alle attrici), un conto è stato il #metoo. Dici che ti ho fatto questo? Ti denuncio io, provamelo, e se non hai le prove paghi. Anche perché nonostante le assoluzioni, la maggior parte delle persone continueranno a pensare che, chissà, forse era vero. Come nel caso di Woody Allen e quell'altra isterica di Mia Farrow. Da noi ci fu un caso nostrano molto significativo, da ridere: Asia Argento si accodò al #metoo come vittima di Weinstein, e da dimenticata si girò tutte le trasmissioni, tutti i talk. Ma poi venne denunciata da un ragazzo molestato da lei quando lui era minorenne: seguì giro in televisione della Argento in seguito alla denuncia, in tutte le trasmissioni, in tutti i talk, sempre come vittima. Tra l'altro: Amber ebbe dal divorzio sette milioni di dollari che dichiarò in televisione avrebbe donato in beneficenza, mai donati. Per la causa intentata da Depp lei avrebbe dovuto dargli quindici milioni di dollari, ma dopo il processo gliene diede solo uno, e indovinate un po'? Jack Sparrow quel milione lo ha dato davvero in beneficenza. A proposito del #metoo, una considerazione finale: sapete chi avrebbe dovuto essere l'eroina del #metoo? Sophie Okonedo. Magari non l'avete mai sentita nominare. Doveva essere la protagonista del film prodotto dal porco Weinstein B Monkey, ma rinunciò alla parte perché lei con Weinstein non ci stette. Alla prima avance chiuse la porta e se ne andò. Weinstein chiese allora un'attrice disponibile. Sapete a chi andò la parte? All'eroina italiana del #metoo: Asia Argento.

Non avendo visto il film non so quali siano state le prestazioni della Argento, ma avendo visto il processo di Depp vs Heard, posso dire che le doti attoriali di Amber non sono bastate a farla vincere. Depp invece alla sbarra non ha avuto bisogno di recitare, lo sa fare già bene sul set. Jack Sparrow ha distrutto il vascello dell'ipocrisia del #metoo.

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