L'eredità "tedesca" e le sofferenze Usa: cosa succede al cuore malato d'America

Il baricentro germanico del paese è in crisi e questo è un problema: così la crisi del MidWest mette a rischio l'egemonia Americana

L'eredità "tedesca" e le sofferenze Usa: cosa succede al cuore malato d'America

Quando immaginiamo gli Stati Uniti pensiamo a un Paese con una spina dorsale britannica e anglosassone. La verità è che parliamo di uno Stato profondamente tedesco, sia per etnia sia per il suo modo di stare al mondo. I dati del Census Bureau (Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America) riportano chiaramente che il ceppo etnico tedesco è il più numeroso, con 8 milioni di immigrati giunti dall’Europa.

Arrivi massicci di sassoni, renani, bavaresi, westfaliani, brandeburghesi, asburgici e germanici del Volga si verificarono tra il 1820 e il 1900, anche se le prime tracce di presenza teutonica si incontrano già nel corso del XVIII Secolo quando decine di migliaia di persone, provenienti dal Palatinato, trovarono rifugio negli Usa. Più precisamente in Pennsylvania, che in quegli anni godeva di ottima reputazione tra i migranti. Nello Stato si stabilirono intere famiglie e confessioni religiose perseguitate in Europa centrale, e col passare delle generazioni prese forma il Pennsylvania Dutch, ovvero una specifica cultura e una lingua di impronta germanica.

I dati del Census Bureau riportano, inoltre, che oggi quasi 50 milioni di americani rivendicano una diretta discendenza tedesca, il numero sale a 100 milioni se si considerano le persone con almeno un antenato teutonico. Per dare un’idea della dimensione del fenomeno i discendenti irlandesi sono 35 milioni, i messicani 31 milioni e gli inglesi 26 milioni.

Il Midwest nucleo economico, sociale e politico del paese

Michigan, Ohio, Indiana, Wisconsin, Illinois, Minnesota, Iowa, Missouri, North Dakota, South Dakota, Nebraska, Kansas sono le contee dove i discendenti teutonici sono maggiormente presenti: è qui che nasce il MidWest ed è qui che, grazie alle sue risorse e la sua impostazione germanica, si sono compiuti passi decisivi nella storia degli degli Stati Uniti.

La guerra civile e l’apporto decisivo del medio occidente

Già nel 1861, quando i contrasti tra nord e sud resero la guerra civile inevitabile, il MidWest fu decisivo ai fini della vittoria dell’Unione: dapprima rifornendo le truppe nordiste grazie al suo enorme surplus agricolo, in seguito diventando preponderante nell’invio di uomini al fronte.

Basti pensare che l’Indiana fornì il 57% dei suoi uomini in età da arruolamento divenendo il primo Stato in assoluto per apporto di soldati, al secondo posto l’Illinois, l’Ohio al quarto, l’Iowa al quinto, il Michigan al sesto e il Wisconsin al settimo.

Alla guida dell’Unione inoltre spiccavano figure che impersonavano l’élite del Midwest: Abraham Lincoln, cresciuto in Indiana e formato in Illinois e due generali nati in Ohio, Ulysses S. Grant e William T. Sherman. Il successo del nord nella guerra civile comportò non solo la caduta del sud aristocratico ma l’affermazione degli Stati interni del Nord rispetto a quelli costieri. L’affermazione, insomma, del ceppo culturale tedesco su tutti gli altri.

La “Cintura di ruggine” portò sulle sue spalle il peso delle due Guerre mondiali

L’inizio del XX secolo vide un Midwest cambiare pelle. Il paesaggio agricolo e rurale lasciò il posto allo sviluppo di una solida e imponente industria siderurgica, grazie ai vasti giacimenti di carbone che si estendevano in Ohio, Indiana e Illinois. Chicago, St. Louis e Toledo diventarono i principali snodi ferroviari del Paese. La popolazione aumentò tanto che nel Midwest arrivarono a vivere 26 milioni di persone, contro i 21 di New England e Medio Atlantico messi insieme.

È così che nacque l’odierna “Rust Belt”, una regione economica, conosciuta per la sua importanza industriale e che durante i due conflitti mondiali si rivelò determinante per sostenere lo sforzo bellico. Theodore Roosevelt stesso incoronò il Midwest come "il cuore del vero sentimento americano" e l’"arsenale della democrazia". Dal 1941, le grandi industrie iniziarono a produrre rapidamente cannoni, munizioni, auto; Detroit sfornava oltre il 90% degli elmetti statunitensi, e il 25% dei veicoli usati dagli alleati venivano prodotti dalle aziende del Midwest; la Chrysler in Michigan realizzava il 50% dei carri armati americani; l’impianto Ford, anch’esso in Michigan, produceva un bombardiere B-24 ogni ora.

Inoltre, il cuore germanico pagava il più alto tributo di sangue in vite umane durante la Seconda guerra mondiale, in particolare: Illinois (18.601), Ohio (16.828) e Michigan (12.885).

La crisi economica e demografica del Midwest riflette la crisi della potenza statunitense

L’America profonda è idealmente identificata come un luogo pacifico, sedentario. Spesso estromesso dall’egemonia mediatica esercitata dalla parte costiera, ricopre invece una funzione fondamentale nella costruzione della potenza statunitense. Il Midwest oggi si trova ad essere epicentro di una crisi nazionale, chiuso in un lento ma costante declino.

Gli Stati dove le grandi fabbriche dell’industria pesante prosperavano insieme al sogno americano oggi vivono una crisi economica e demografica: i grandi stabilimenti hanno cominciato a chiudere a partire dagli anni ’60. Il conseguente spostamento della produzione in Paesi dove il costo del lavoro è inferiore ha generato un impoverimento delle città, una reazione a catena che ha portato a un costante impoverimento demografico e disfacimento economico. La Rust Belt è ormai in preda ai malumori, spopolata e abbandonata.

La “stanchezza imperiale”

La fuga delle industrie si è scaricata in una generalizzata perdita di senso del progetto americano. Una crisi “morale” dimostrata anche dalla maggiore incidenza di suicidi e abuso di droga (non ultimo il fentanyl). Le contee teutoniche, secondo l’ufficio censimenti, sono quelle che invecchiano più velocemente. Questo si traduce anche in un ridimensionamento dell’apporto bellico: il MidWest, che ha contribuito in massa alle guerre novecentesche, ora fornisce reclute e combattenti in quantità decisamente inferiori.

Quello che è stato il cuore pulsante d’America è stanco e disorientato. Chi si accorse di questa “stanchezza imperiale” e a raccoglierne le istanze fu proprio Donald Trump. Il “figlio di Germania” (suo nonno era Friedrich Trumpff nato a Kallstad Germania nel 1865, emigrato in America il suo nome cambiò in Fred Trump), vinse le elezioni comprendendo il valore superiore della Middle America. Intercettata la rabbia della post-industriale Rust Belt, l’imprenditore newyorkese si si è insignito come alfiere del popolo bianco (germanico) abitante il centro della nazione

Trump vinse travolgendo Hillary Clinton proprio nel Medio Occidente (a eccezione di Illinois e Minnesota). Oltre l’Atlantico, sotto una patina anglofona, pulsa un cuore germanico chiamato Midwest.

Il nucleo degli Stati Uniti vive in queste contee e rimane il nocciolo da cui si propaga l’ambizione americana sul mondo.

Chi vuole governare dall’altra parte dell’oceano non può prescindere dalle istanze, dalle richieste e dagli umori del MidWest di tono germanico. Un’America profonda alla quale anche noi europei dovremo cominciare a guardare per comprenderne la rotta.

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