In attesa che la Cina conquisti il mondo, i cinesi arraffano la mezza maratona di Pechino. I fatti: si corre le 13 miglia, in testa un trio di podisti africani, Robert Keter e Willy Mnangat, keniani, Dejene Hailu Bikila, etiope. Filano veloci, compatti ma a trecento metri dal traguardo, improvvisamente, furbescamente, rallentano la corsa, alle loro spalle si affanna un ragazzo con la canotta rossa e gli occhiali con lenti specchiate e dorate, il suo nome è He Jie, pettorale 001 riservato al campione nazionale, oro ai Giochi asiatici di Hanzhou. Robert, Willy e Dejene si fanno, dunque, da parte, anzi Willy si sbraccia perché He Jie si faccia avanti e li superi, la scena è comica e mortificante, l'imbroglio evidente, la cineseria manifesta, il vincitore taglia il traguardo staccando di un secondo il sorridente trio africano, immediate le medaglie al collo per tutti, festa di popolo, He Jie non si limita a dire: «Sono contento di essere arrivato uno» come i podisti dei bei tempi ma spiega: «Ho voluto stabilire una specie di record personale, non avevo mai partecipato prima a una mezza maratona. È stato un allenamento in vista delle Olimpiadi di Parigi dove spero di dimostrare a tutto il mondo la velocità degli atleti cinesi». Potrebbe ispirarsi ai suoi 258 compatrioti che nel 2018, nella mezza maratona di Shenzhen, avevano tagliato il percorso prendendo le scorciatoie e indossando pettorali farlocchi.
Il vincitore-copia, nuovo format sportivo del popolo cinese, nulla sa di De Coubertin ma ha capito che l'importante non è partecipare ma ingannare.
Willy Mnangat ha smentito di avere ricevuto denaro per la combine, giammai, egli ha voluto fare un regalo a He Jie che è un suo grande amico. Gli organizzatori hanno avviato un'indagine. Vogliono capire se si sia trattato di una mezza maratona o di una maxi truffa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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