È bello avere sul petto medaglie come fiori di collane hawaiane, e alzare al cielo coppe come bambini da coccolare, ma per farlo occorre il lavoro, la fatica. Prima il dovere e poi il piacere, anche se al dovere non segue sempre la gloria. E il riferimento è a Benedetta Pilato, quarta nei 100 rana di Parigi 2024 eppure «felice». Il suo lavoro è stato lo stesso di Gianmarco Tamberi, il quale sempre alle Olimpiadi non è riuscito a volare oltre i problemi di salute che gli hanno infranto il sogno del secondo oro, pur lavorando in convalescenza.
E a quello di Nadia Battocletti: fra Europei, giochi olimpici ed Europei di cross ha macinato centinaia di chilometri con le sue gambette nervose e generose. E a quello del magnificato Sinner, la macchina spara-palline. E dei calciatori dell'Atalanta, puntuali e instancabili operai dell'officina Gasperini. Lì e soltanto lì, perché il lavoro non è da tutti.
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