No al portabandiera uomo e donna. La parità nello sport esiste già

Il tormentone portabandiera è partito da qualche settimana ma da ieri è ufficiale che per la seconda edizione consecutiva dei Giochi l'Italia ne avrà due: un uomo e una donna

No al portabandiera uomo e donna. La parità nello sport esiste già
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Il tormentone portabandiera è partito da qualche settimana ma da ieri è ufficiale che per la seconda edizione consecutiva dei Giochi l'Italia ne avrà due: un uomo e una donna. L'ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò che lunedì annuncerà anche la coppia scelta. Il toto bandiera è un po' come il calciomercato, per cui si può dire tutto e il contrario di tutto: binomio più logico Paltrinieri (nuoto) e Palmisano (atletica) o Errigo (scherma). I primi due ori della fatica e tutti e tre di sport nobili perché non ogni medaglia ha lo stesso peso e chi racconta il contrario racconta storie. In un mondo meno politicamente corretto, il portabandiera sarebbe uno solo senza se e senza ma: Paltrinieri. Per medaglie e longevità in uno sport usurante. Se non Greg, allora Tamberi, per la struggente storia dell'infortunio prima di Rio, per l'oro di Tokyo, per il mondiale vinto l'estate scorsa. In caso di indecisione, tutti e due che sono anche amici. E se nessuno dei due, Jacobs, due ori mai visti prima, 100 metri e 4x100. Al di fuori di questi nomi saranno invece scelte di ripiego e non a furor di popolo pur di garantire la parità di genere: perché alcune medaglie si perdono nella notte dei tempi o attendono altre conferme o hanno peso minore, e non se ne abbiano le titolari. Peccato. Perché nella vita la parità di genere non c'è ancora e su questo si deve, dobbiamo, dovranno i nostri figli e figlie impegnarsi in futuro. Nello sport, invece, la parità c'è già, per cui non ha bisogno del fumettone a quote rosa del portabandiera.

Perché lo sport non è solo vita ma ultra vita, tutto è all'estremo, le competizioni sono battaglie, gli allenamenti esistenze immolate al sacrificio.

E poi, suvvia, la parità non è sfilare con un vessillo, la parità è Livio Berruti per mano a Wilma Rudolph, lui campione e lei campionessa, lui bianco e lei afro. Roma 1960. America 1960. Avete idea della forza di quel gesto? Altro che portabandiera.

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