MilanoOltre allo choc della vittima, alla paura e al senso di solitudine e impotenza che ha provato, oltre a tutto il dolore personale, insomma, lunica certezza di questa brutta storia è che il colpevole ancora una volta è un nordafricano. E non si tratta di unazzardata ipotesi razzista e tanto meno di voler puntare il dito per forza contro lo straniero di colore. Il fatto è oggettivo: la studentessa italiana 21enne stuprata laltra notte in zona Isola - il quartiere radicalchic dalle case a ringhiera a nord della città, a due passi dalla stazione Garibaldi - non solo rappresenta la quarantatreesima donna violentata negli ultimi 11 mesi in strada, ma è anche il trentasettesimo caso in cui lautore non è italiano, ma magrebino (che, in percentuale, si traduce nell86 per cento degli stupri).
Martina, studentessa alluniversità Statale, 21 anni compiuti da poco e originaria dellEmilia Romagna, lunedì è tornata verso labitazione che divide con altre ragazze come lei al quartiere Isola. Non era tardissimo, mancavano poco più di una decina di minuti alle 23 e la giovane camminava tranquilla verso casa, come aveva fatto tante volte prima di allora. Ma stavolta è stato diverso. Allangolo tra via Borsieri e via Pepe, proprio accanto al cavalcavia Bussa (una zona buia e poco frequentata) Manuela ha incontrato il suo aguzzino. Jeans e piumino neri, circa un metro e 70 di altezza, sui 25 anni, il nordafricano - parlando un po in francese e un po in italiano, ma soprattutto puntando alla gola di Martina e in maniera piuttosto eloquente, un oggetto appuntito (molto probabilmente un coltello) - ha strattonato la ragazza a un braccio. Quindi, imponendole il silenzio a gesti, lha spinta a seguirlo proprio lì accanto, quasi sotto al cavalcavia. Un posto semibuio, usato come parcheggio, poco raccomandabile per fermarcisi a parlare, figuriamoci la sera. E infatti era completamente vuoto.
Forte del fatto che Monica non potesse rivolgersi ad anima viva per chiedere aiuto, il nordafricano (sempre tenendo loggetto appuntito contro la gola della giovane), lha bloccata tra due auto in sosta, si è fatto consegnare il portafoglio, impossessandosi dei 30 euro che conteneva e glielo ha restituito.
«Purtroppo sapevo che non era finita lì - spiegherà Monica più tardi agli investigatori della questura, ricostruendo con grande lucidità la vicenda -. Sarei stata troppo fortunata...».
Nessuna fortuna, purtroppo, per la studentessa. Dopo averla rapinata, infatti, il magrebino ha cominciato a baciare Monica sul collo in maniera lasciva, a toccarle il seno. E, per concludere, si è abbassato la cerniera dei pantaloni e ha costretto la giovane a un rapporto orale.
Subito dopo lo stupratore si è volatilizzato nel buio e quando Monica ha raggiunto di nuovo la via Borsieri chiedendo aiuto a una coppia di fidanzati, ormai del suo aguzzino non cerano più tracce.
Sul posto sono giunte le volanti della questura ed è stata chiamata unambulanza del 118, poi rimandata indietro perché Monica non era ferita e nemmeno particolarmente disperata, non avendo ancora pienamente realizzato quello che le era accaduto. A condurla al Servizio violenze sessuali (Svs) della clinica Mangiagalli è stata la polizia.
«Stiamo valutando tutti gli aspetti di questa vicenda per poter rintracciare il colpevole» ha detto ieri il dirigente della squadra mobile Alessandro Giuliano.
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