Si stringe il cerchio contro il superlatitante Matteo Messina Denaro. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani sono impegnati da questa mattina in un'operazione per eseguire ordinanze di custodia cautelare in carcere contro 11 affiliati alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, una delle più attive all'interno del mandamento di Castelvetrana.
Gli 11 destinatari dei provvedimenti sono accusati di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni. Al centro delle indagini, uno dei sodalizi ritenuti più vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro. Tra le persone fermate anche il sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, indagato per associazione di stampo mafioso, considerato "l'espressione politica" del clan.
Oltre al sindaco di Campobello sono finiti in manette il capo della famiglia mafiosa Bonafede, detto "u zu Nardino", Filippo Greco, trasferitosi da tempo a Gallarate, uno dei principali finanziatori e "consigliere economico", Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, "braccio operativo" della famiglia mafiosa, incaricati di organizzare incontri riservati, eseguire gli ordini più svariati e controlla le attività economiche del dettore edile e olivicolo. In carcere anche Calogero Randazzo, già condannato per mafia, Gaspare Lipari, accusato di essere il "collegamento" tra il sindaco e il capomafia Bonafede e Vito Signorello, anche lui con precedenti per mafia. Sequestrata un’impresa olivicola, riconducibile al clan, del valore di circa 2 mln.
L'operazione messa in atto dalle forze dell'ordine ha permesso di decapitare
la famiglia mafiosa di Campobello e arriva a conclusione di indagini avviate nel 2006 e coordinate dal procuratore aggiunto Maria Teresa Principato e dai sostituti Marzia Sabella e Pierangelo Padova.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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