Stupro a piazza di Spagna, la ragazza inventa tutto: "Era solo un gioco erotico"

La giovane spagnola avrebbe inventato tutto per sottoporsi a una profilassi sanitaria dopo un rapporto occasionale non protetto. Avrebbe fatto un gioco erotico d'accordo col fidanzato procacciando uomini per strada   

Stupro a piazza di Spagna, 
la ragazza inventa tutto: 
"Era solo un gioco erotico"

Roma - Da vittima di uno stupro a indagata per simulazione di reato. "Ho inventato tutto", avrebbe confessato in questura la ragazza spagnola che il 19 febbraio aveva denunciato di essere stata violentata da due uomini vicino piazza di Spagna. Dunque nessuna violenza. In seguito a un nuovo interrogatorio avvenuto ieri e motivato dalle "numerose incongruenze" del suo racconto, la questura di Roma ha accertato che la ragazza avrebbe agito per giustificare la richiesta di alcuni esami medici in seguito a un rapporto occasionale. "A fronte delle contestazioni che le sono state mosse - spiega una nota della questura di Roma - la giovane 23enne ha dichiarato di non aver subito alcuna violenza sessuale e di aver presentato la falsa denuncia al solo scopo di poter sottoporsi ad un'adeguata profilassi sanitaria a seguito di un occasionale rapporto sessuale non protetto".

Gioco erotico Si è trattato solo di un gioco erotico che ha portato poi la ragazza di 23 anni spagnola a denunciare un finto stupro. La sera del 19 febbraio scorso la giovane, che si trova in Italia nell’ambito di un progetto universitario Erasmus, avrebbe fatto un gioco erotico comportandosi come la storia di Donna Marta nel musical "Rugantino". Fingendosi popolana o comunque "una donna di facili costumi" per rendere più eccitante la serata, accompagnata con il suo fidanzato, ha procacciato uomini per strada. La ragazza però ha poi raccontato che è avvenuto un incidente. Nel corso del rapporto sessuale con questo sconosciuto si è rotto il preservativo e per questo ha deciso di andare in ospedale per poter avere la profilassi sanitaria prevista per questi casi. La versione della violenza era stata concordata insieme al suo fidanzato, uno spagnolo di 40 anni.

La giustificazione "Se non avessi detto in ospedale della violenza pensavo che non mi avrebbero assistito adeguatamente. Forse non mi avrebbero dato le terapie giuste", ha spiegato la spagnola,  che poi ha aggiunto: "Non avrei mai pensato che riferendo in ospedale della violenza sarei poi finita negli uffici della squadra mobile"

Incongruenze Le indagini della squadra mobile diretta da Vittorio Rizzi, hanno però fatto emergere una serie di contraddizioni alla denuncia chel a giovane aveva fatto in un primo momento. Secondo il suo racconto infatti al momento dello stupro si trovava nei pressi di piazza di Spagna per scattare alcune fotografie con la propria macchinetta fotografica. E lo stupro sarebbe avvenuto poi sulla salita di San Sebastianello. Il violentatore, sempre secondo la sua denuncia, aveva una usato un preservativo che si era rotto nel corso dello stupro. Gli agenti però hanno accertato che la giovane non era mai andata nel centro storico infatti secondo le celle della telefonia mobile all’ora del presunto stupro lei si trovava nel quartiere San Giovanni proprio dove abita. Nella macchinetta fotografica non sono state trovate fotografie la sera del presunto stupro.

E inoltre sono emerse una serie di amicizie che la 23enne frequentava e giudicate poco "compatibili" con il suo giro universitario. Ieri sera la ragazza in lacrime ha confessato di essersi inventata tutto. Ora è stata denunciata per simulazione di reato e rischia una condanna che va da 1 ai 3 anni di reclusione. 

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