A volte un prete nel confessionale ha il dono di trovare anime che gli fanno da specchio: nello stesso momento in cui dai l'assoluzione, prendi per te una sberla che scuote la tua coscienza
Dopo l'oste di Betlemme e la sentinella del castello, oggi mi trovo in confessionale un vecchietto. Arriva con il nipotino, che lo guarda con gli occhioni luminosi mentre si mette davanti a Dio e soprattutto dentro se stesso
La civetta, piccola figura ieratica, avvolta in un piumaggio cenerino da cui spuntano due grandi occhi penetranti, è simbolo della capacità di vedere l'invisibile e di vivere nella notte
Di fatto è uno dei grandi insegnamenti della logica del confessionale, quello che gli antichi chiamavano "proposito": per essere felice togli le parole "se solo" e sostituiscile con "la prossima volta"
Ciò che più fa riflettere, infatti, anzi ciò che fa saltare il respiro, almeno il mio, è proprio la titubanza, la confusione espressa da Turetta, i tanti "non lo so" e i "non ricordo", le pause lunghissime e le frasi mozzate, l'essere tremendamente schivo, l'incapacità di sostenere gli sguardi dei presenti
Il patriarcato è fuggito a gambe levate. Le riprese in primo piano hanno mostrato il volto dell'assassino afflosciato come una caramella molle, l'ascolto delle sue parole titubanti erano lontane centomila chilometri dalla realtà di quello che ha fatto
Gianluca Paul Seung, principale indiziato per la morte della dottoressa Barbara Capovani, ha confessato il delitto davanti ai giudici. Con un discorso non privo di tratti surreali, ha lanciato pesanti accuse alla vittima
Ci sarebbe tanto bisogno di tornare a sederci sui banchi della scuola di Barbiana, paesino sperduto sulle colline del Mugello, vicino a Firenze. Lì era stato esiliato un prete scomodamente intelligente: don Lorenzo Milani
Lorenzo Carbone crolla davanti alle telecamere sotto casa: "Litigavamo, ripeteva le stesse cose e non ce l'ho più fatta"