Francesco Casaccia
da Roma
Savino Pezzotta contro tutti. Il segretario generale della Cisl apre i lavori del XV congresso del sindacato con una relazione dattacco. Critica industriali e banche; contesta il governo; boccia le privatizzazioni; chiede di riformare la riforma delle pensioni; insiste per la modifica dei contratti e della legge Biagi sul mercato del lavoro; rilancia la concertazione; auspica un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e immobiliari; conferma i contrasti con la Cgil. Ma il messaggio più forte è per lesecutivo: «Metta in campo un programma minimo di fine legislatura oppure, come seconda strada, non rimane che il ricorso anticipato al corpo elettorale». Prima di iniziare, Pezzotta legge un messaggio del capo dello Stato, Ciampi che invita ad affrontare con spirito costruttivo la fase negativa, convinto che «il nostro Paese abbia risorse, potenzialità e creatività necessarie» per superare le difficoltà. Poi parla quasi due ore e attacca il governo. Il giudizio è negativo e, assicura, «non nasce da un pregiudizio politico. Dopo le elezioni regionali, lesecutivo sembra andato in apnea». Lattuale fase economica, con lItalia «uscita dalla stagnazione ed entrata in recessione», richiede un «patto sociale» di fine legislatura che includa «alcune priorità decisive per lo sviluppo del Paese: il Mezzogiorno, linnovazione e la tutela dei redditi». Altrimenti è meglio andare a elezioni anticipate perché «una campagna elettorale che dura oltre 300 giorni farebbe troppo male al Paese». Per questo programma a breve sarebbe utile una «concertazione semplificata». E su questo, Pezzotta ammette che il sindacato ha provato in tutti i modi a riavviare la concertazione ma senza successo.
Anche il Dpef appena reso noto è oggetto di critiche. «Si parla sempre di tagli alla spesa senza precisare mai come e dove». Servirebbe «un fisco più giusto e più equo» che restituisca il fiscal-drag ai lavoratori. Occorre anche «tassare di più le rendite finanziarie e immobiliari». Dal governo agli industriali, la musica non cambia più di tanto. Per crescere, «lItalia deve affrontare il problema del suo indebolimento industriale tenendo presenti tre errori da non ricommettere». Primo: sottovalutare il problema perché tanto ci pensa il mercato. Il nostro handicap, spiega Pezzotta, sta nei ritardi nella ricerca, infrastrutture, costi energetici (tra laltro «è stato un errore uscire dal nucleare»), tecnologia, professionalità. Secondo: credere che tutto dipenda da cause esterne. Non è così, il male è italiano. Il problema è stato nellincapacità dellItalia a riposizionarsi nella nuova divisione internazionale del lavoro. Terzo: fare concorrenza al Sud del mondo. Non manca, poi, un attacco alle banche afflitte, dice, «da una miopia acuta da voglia di redditività a breve, brevissimo periodo». Su privatizzazioni e pensioni partono altri due missili. «Non possiamo accettare - dice - dismissioni prive di un progetto e una logica industriale». Basta con «gli errori del passato» quando «si è privatizzato solo per reperire risorse fresche o per coprire squilibri finanziari». Anche sulla previdenza, le cose non vanno. Lattuale riforma è sbagliata. Nessun anticipo, quindi, piuttosto si può pensare «di innalzare letà effettiva di accesso al pensionamento purché venga raggiunto individuando una soglia definita dalla somma tra età anagrafica e anni di contribuzione». E sul Tfr da destinare alla previdenza integrativa, Pezzotta parla di «ritardi gravi». «Ci preoccupa la decisione di approvare un decreto legislativo che ancora non raccoglie le indicazioni dellavviso comune delle parti sociali». Altro punto irrinunciabile per la Cisl è la riforma del modello contrattuale e le modifiche alla legge Biagi. Se con Cgil e Uil non si arriverà a una proposta unitaria entro ottobre, avvisa, «daremo lavvio a una grande consultazione tra i lavoratori. Puntiamo sullunità ma in mancanza di questa la nostra proposta sarà in campo» Già lunità tra i sindacati. Pezzotta ammette che con gli altri due sindacati il legame è come «tra fratelli». Con la Cgil, però, «abbiamo avuto forti contrasti che non possiamo dimenticare. Rimangono tante differenze. Non è ancora il tempo della semina ma quello dellaratura, del decespugliamento dei sospetti e delle tensioni».
Il presidente della Camera, Casini, parla di relazione «importante con tanti elementi di riflessione per tutti, anche per il centrodestra».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.