Andrea Tornielli
da Roma
Sabato scorso, quando si rincorrevano le voci sul suo imminente pensionamento, il cardinale Angelo Sodano aveva detto a un cronista dellEco di Bergamo: «Vedo che qualche suo collega giornalista è un po inquieto e sempre in cerca di novità. San Paolo ai suoi tempi parlava di cristiani che avevano il prurito alle orecchie, per la bramosia di andare in cerca di sensazioni nuove». La dimissione del porporato astigiano, accompagnata dallannuncio della designazione di Bertone quale suo successore - seppure differita a settembre - sta a indicare che quel contagioso «prurito» dei cronisti non era affatto immaginario.
La decisione di Benedetto XVI non ha precedenti. Sedici anni fa, il 1° dicembre 1990, quando Angelo Sodano sostituì lallora Segretario di Stato Agostino Casaroli, il passaggio di consegne fu immediato. Casaroli, appena settantaseienne, seppe del cambio quarantottore prima che avvenisse e cè chi assicura che pochi giorni dopo il nuovo «primo ministro» avrebbe provveduto a sostituire la serratura della porta di comunicazione tra lappartamento privato del Segretario di Stato (dove il predecessore rimaneva ancora per il tempo di organizzare il trasloco) e il suo ufficio. Un cambio immediato, senza bizantinismi, annunci, smentite e fughe di notizie; comè naturale che avvenga per un incarico che, nonostante limportanza, resta eminentemente un servizio reso al Papa. Un cambio epocale, quello del dicembre 90, che vedeva uscire di scena senza battere ciglio una grande figura della storia della Chiesa, luomo dellOstpolitik, che aveva accompagnato la prima e delicatissima parte del pontificato di Giovanni Paolo II, segnata dal difficile rapporto con i Paesi dellEst.
Perché allora questa volta non si è avuta la nomina immediata e lo stesso stile, ma si è scelta una via del tutto inedita? La ragione va cercata nella grande sensibilità e carità di Benedetto XVI verso i suoi collaboratori. Negli ultimi mesi, più volte dallentourage di Sodano era stato assicurato ai giornalisti che il cardinale, grazie alla sua lunga esperienza, avrebbe accompagnato il Papa come Segretario di Stato almeno fino al compimento degli ottantanni (cioè al novembre 2007) e che non cera alcuna ragione per sostituirlo. Era altrettanto risaputo, invece, che il Papa voleva - comera prevedibile e previsto - costruire una sua «squadra» di governo e che aveva preso in considerazione proprio lantico collaboratore Bertone per il ruolo di «primo ministro».
Che cosa è successo dunque? Secondo alcuni, la fuga di notizie degli ultimi giorni avrebbe provocato lanticipazione dellannuncio per evitare ulteriori «manovre» tese a indebolire Bertone, facendo circolare altri nomi di possibili candidati. Questa spiegazione, che finisce per attribuire la responsabilità al «prurito» dei giornalisti, appare come la più facile e probabilmente ha un fondo di verità. Ma non spiega tutto.
Da quanto risulta al Giornale, il cambio della guardia doveva avvenire già nei giorni scorsi, subito dopo il viaggio in Polonia, e non doveva affatto essere rimandato a dopo le vacanze. A provocare lo slittamento, si mormora in Curia, sarebbe stata la «guerra preventiva» mossa da qualche anziano porporato contro Bertone, giudicato «non adatto» perché non proveniente dalle fila del servizio diplomatico, come peraltro non lo era il cardinale Jean Villot, nominato Segretario di Stato da Paolo VI nel 1969: certo, in quel caso cera il Papa che era diplomatico. Ma si sa che Ratzinger vuole privilegiare la pastorale e la dottrina, rispetto alla diplomazia. Nelle scorse settimane il cardinale Sodano avrebbe inoltre manifestato al Papa il desiderio di poter continuare ancora per qualche mese. A fronte di queste resistenze, lo stesso Bertone avrebbe avuto un lungo dialogo con Benedetto XVI la scorsa settimana, conclusosi con un pranzo, e non si può escludere che larcivescovo di Genova, poco avvezzo ai bracci di ferro sulla sua persona, abbia manifestato la sua disponibilità a rinunciare allincarico. Ma il Papa non aveva cambiato idea su di lui e aveva già preparato la lettera con cui ieri ha spiegato la nomina ai fedeli genovesi.
La notizia di ieri mette dunque un paletto temporale preciso, annuncia la nomina di Bertone, ma al tempo stesso accontenta Sodano lasciandolo in carica con pieni poteri, anche se, ovviamente, la sua situazione appare molto simile a quella di un premier a fine legislatura.
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